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Da Santa Caterina alla Colombaia di Giuseppe Romano
bordo di una barchetta spinta da 5 vele (tanti quanti erano i membri onorati di ciascuna società) e con a bordo 7
marinai (erano infatti 7 le leggi primarie che regolavano la vita degli uomini d'onore e delle loro bande in Campania,
Sicilia e Calabria), arrivarono all'isola di Favignana.
Lì, lavorarono per 29 anni all'interno delle "viscere" della fortezza di Santa Caterina, per stabilire le "regole sociali";
alla fine di questo lungo lavoro si divisero. Osso rimase in Sicilia, Mastrosso girovagò per tutta la penisola ma si
stabilì a Napoli, Carcagnosso dimorò in Calabria. Diffusero, quindi, le regole sociali di quella che sarebbe divenuta la
Mafia in Sicilia, la Camorra in Campania e la n'drangheta o Famiglia Montalbano, in Calabria.
Una leggenda che, probabilmente, è servita a creare un mito, a nobilitare le ascendenze, a costituire una sorta di
albero genealogico con tanto di antenati.
Il giuramento di fedeltà del n'dranghetista, infatti, prevede la recita della della seguente formula che tradotta in lingua
italiana, recita:
"Giuro su quest'arma e di fronte a questi nuovi fratelli di Santa di rinnegare la società di sgarro e
qualsiasi altra organizzazione, associazione e gruppo e di fare parte della Santa Corona e di dividere
con questi nuovi fratelli di Santa la vita e la morte nel nome dei cavalieri Osso, Mastrosso e
Carcagnosso. E se io dovessi tradire, dovrei trovare nello stesso momento dell'infamia, la morte".
Ma anche il giuramento dell'affiliato alla n'drangheta rimanda alle presunte nobili ascendenze dei
cavalieri:
"Vi impongo, a nome degli anziani antenati nobili conti di Russia e cavalieri di Spagna che hanno
patito ventinove anni di ferri e di catene, Osso, Mastrosso e Carcagnosso, di consegnare, se ne
avete, tutte le armature bianche e al pari tutte le armature nere. Se le avete e non le consegnerete
subito, quando verranno trovate, con queste stesse armature sarete praticati"
E pur con alcune varianti, a seconda della zona della Calabria ove avviene il reclutamento del picciotto o "battesimo"
si fa sempre riferimento ai tre mitici cavalieri. Durante il battesimo, che viene celebrato in un posto isolato,
preferibilmente una caverna in montagna - alla presenza del numero minimo di 5 picciotti, il celebrante che è uno
n'dranghetista anziano, pronuncerà le prescritte frasi:
"Battezzo questo locale santo, sacro e inviolabile nella stessa maniera nella quale lo hanno
battezzato i nostri avi dai quali discendiamo: i cavalieri spagnoli Osso, Mastrosso e Carcagnosso. E
se un tempo questo luogo era un posto comune, da questo momento diventerà un luogo santo, sacro
e inviolabile. Se qualcuno non lo riconoscerà come tale ne pagherà le conseguenze con cinque
zaccagnate (coltellate n.d.a.) nella spina dorsale, come è scritto sulla regola sociale".
Favignana e Santa Caterina, sono citate anche nella canzone "N'drangheta, Camurra e Mafia" (album Il Canto della
Malavita, cantata da Mimmo Siclari - Amiata Records 2003 - Firenze):
'Nta na notti di un tempo che fu/ Tri cavalieri ddà Spagna se partiru/ Dall'Abbruzzi a Sicilia passaru/ e
ppoi ccà in Calabria se firmaru/ Ventun anni lavuraru sutta terra/ Pè fundari li regoli sociali/ Leggi
d'onori e di guerra/ Leggi maggiori, minori e criminali/ E sti regoli di sangue e d'omertà/ Da padre a
figghiu si li tramandaru/ Chisti su i leggi ddà società/ Leggi cu signu 'nta storia lassaru/
N'dranghita, Camurra e Mafia/ E' Società organizzata/
N'dranghita, Camurra e Mafia/ Sicilia, Napoli, Calabria onorata/
Na matina mmenzu di lu mari/ Na barchicedda vitti navigari/ Ccù cinqu veli e setti marinari/ Uno di
chisti mi vosi domandari/ Giovanotto diciti chi circati/ Onori e sangu eu ci rispundia/ Supra a sta
barca si vui inchianati/ Onori e sangu truvamu pè la via/ E me purtaru ammenzu di lu mari/ N'ta
n'isoletta i nomu Favignana/ Oh genti tutti chi stati a scutari/ Chista è na terra vicina e assai luntana/