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Se, invece, dal piano della fantasia si scende verso la più cruda realtà, ci
accorgiamo che al di là delle fantasticherie la Grotta del Pozzo si trova in uno stato di
totale abbandono. Per superare l’ostacolo delle porte chiuse, l’isolano interessato o
l’improvvido turista ha pensato di farsi da sé una scaletta di pietre sovrapposte per
scavalcare il muretto circostante senza alcun problema, eccetto quello di franare con la
sua stessa architettura. Sopraggiunti allora sani e salvi in mezzo alle sterpaglie di un
piccolo cortile, non resta che scendere la ripida e scoscesa scala scavata nella roccia e
accedere allo spazio ipogeo. Bisogna però fare attenzione. Sui gradoni è infatti
conservato il più importante dei reperti archeologici ritrovati: un pezzo del cartello
stradale che “anticamente” indicava la Grotta del Pozzo agli ignari passanti.
Finalmente giù non ci si può astenere dal tentativo di decifrare le oscure e
misteriose iscrizioni neopuniche, o paleocristiane, come “OLGA + MICHI”, “LUIGI & ISA”,
“ALE E KEKKKA 22-06-2005”. Contornate da quelli che sembrano essere dei cuoricini. Gli
archeologi non si sono mai espressi sul loro effettivo valore storico...