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Consumiamo tutto in silenzio, proprio come fa il commissario Montalbano,
per godere in pieno dei sapori della buona tavola. Un bel bicchiere di vino
locale e siamo in pace con il mondo e con noi stessi. Arrivati a casa la sera
Morfeo ci abbraccia e ci porta a passeggiare in terre lontane, ancora una
volta protagonisti di quel sogno che abbiamo appena vissuto.

Giorno2
Il sole del mattino filtra attraverso la finestra socchiusa, ma a svegliarmi
non è la luce del sole ma un colpo di vento che fa sbattere la persiana della
finestra in un boato che nel silenzio della mattina sembra una bomba. Il fis-
chiare del vento non fa pensare a nulla di buono ed infatti è una di quelle
giornate che sarebbe meglio starsene "curcati" (coricati) al calduccio pi-
uttosto che andare in bici. Ma Davide è già sveglio, lavato e pettinato e mi-
naccia calci nel fondoschiena se non mi alzo subito e mi preparo.... manco
fossimo al militare.
Quando esco per prendere la bici l’aria fredda della mattina è quasi peggio
dei calci nel di dietro. Al bar un gruppo di escursionisti discute sulle sorti
della giornata, purtroppo il meteo sconsiglia avventure no-limits, ma
monte Falcone, la cima più alta dell’isola, ci aspetta e non ci faremo scor-
aggiare da un po’ di vento.
La salita verso le Case Romane è tutta ciclabile ma molto ripida, seppur
con qualche sosta per far riposare cuore e gambe arriviamo all’antico
insediamento romano e ci rendiamo subito che la vetta, per oggi, ci sarà
preclusa. Decidiamo allora di prendere il sentiero che corre a mezza costa
e vedere di arrivare fin dove si può. All’inizio il sentiero è pedalabile, ma
man mano che si prosegue verso l’alto si riduce ad una mulattiera con
tratti molto esposti e pendenze vertiginose. Da un lato la montagna e dal-
l’altro il mare ed in mezzo noi ….. due puntini persi tra il verde ed il blu.
Allo stremo delle forze e consigliati dal meteo, decidiamo che è ora di in-
iziare la discesa che ci porterà fino a Praia di Nacchi. La paura fa novanta,
il sentiero in discesa sembra ancora più stretto ed esposto che in salita.
Basterebbe una frenata sbagliata per "integrarsi violentemente" con la
natura incontaminata ed il paesaggio. Ma basta lasciare un po’ i freni che
la discesa diventa godibilissima, veloce e ricca di passaggi divertenti. Alla
fine torniamo alle Case Romane e ad attenderci un gruppo di asini che, dis-
turbati dalla nostra presenza, ci ragliano contro.
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