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studio di fruibilità
delle aree ricreativo-naturali
del settore nord-est
dell’isola di marettimo (tp) - sicilia
Analisi di Rischio Geologico
introduzione Le aree ricreativo-naturali oggetto del presente studio
L’isola di Marettimo è parte integrante della riserva sono tre:
marina protetta delle Isole Egadi. L’area della riserva
è suddivisa in zone (da A a D), disciplinate da un - Costa Est del settore NE (Fig. 7);
regolamento delle attività consentite e non consentite - Baia Nord del tombolo di Punta Troia (Fig. 8);
in relazione al diverso grado di fruibilità della stessa. - Costa Nord del settore NE (Fig. 9).
In Tabella 1 è riportato, per le Zone B e C, un
quadro riassuntivo dei vincoli per le specifiche at- costa est
tività. Nel settore NE dell’isola sono individu- L’area rientra nella Zona C ed è il tratto di costa meno
ate due aree di protezione differenti (Fig. 1): vincolato dalle norme di tutela ambientale della
riserva marina protetta. è accessibile solo via mare
-Zona B “riserva generale” (da grotta Cammello al ma ciò non costituisce un limite per l’accesso all’area
lato meridionale del promontorio di Punta Troia); da parte dei turisti e dei paesani possessori di barche
-Zona C “riserva parziale” (dalla zona settentrio- (Fig. 4). Si ritiene che per la zona necessiti un’analisi
nale del promontorio di Punta Troia a di rischio geologico, al fine di valutare il grado di
Punta Due Frati). fruibilità dell’area e limitare il rischio per i frequenta-
tori del luogo non a conoscenza di eventuali pericoli.
Il tratto di costa si estende per alcune centin-
aia di metri ed è costituito principalmente da
scogli carbonatici (di facile percorribilità e co-
moda sosta), addossati ad una ripida parete sub-
verticale di materiale anch’esso carbonatico.
All’interno del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto
Idrogeologico (di seguito denominato: “P.A.I.”)
del 2006, l’area in questione è stata cartogra-
fata come soggetta a fenomeni franosi comp-
lessi e classificati P3 (pericolosità elevata). Il ri-
levamento in situ (Maggio 2012), ha evidenziato:
1) massi di dimensioni metriche, caduti recente-
mente per fenomeni di crollo e/o ribaltamento
dalla parete, addossati alla stessa ed a contatto con
il mare;
2) accumuli di detrito idrotrasportato, provenienti
dall’impluvio del Rumurale di non recente depo-
sizione (presenza di vegetazione) e soggetti attual-
mente a crolli e/o ribaltamenti localizzati;
3) blocchi di roccia da decimetrici a metrici, ac-
cumulatisi lungo la costa, per fenomeni franosi
complessi.
Fig. 1 - Zone di protezione sull’Isola di Marettimo. Il rettangolo rosso Per effettuare una stima del rischio è necessario ribadire
rappresenta l’area di studio. che lo stesso rappresenta il prodotto del fattore di perico-
losità (P) per la vulnerabilità (V) e per l’esposizione (E).
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