Page 55 - Gerardini2012
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studio di fruibilità
   delle aree ricreativo-naturali

            del settore nord-est
dell’isola di marettimo (tp) - sicilia

                     Analisi di Rischio Geologico

introduzione                                                              Le aree ricreativo-naturali oggetto del presente studio
L’isola di Marettimo è parte integrante della riserva                     sono tre:
marina protetta delle Isole Egadi. L’area della riserva
è suddivisa in zone (da A a D), disciplinate da un                              - Costa Est del settore NE (Fig. 7);
regolamento delle attività consentite e non consentite                          - Baia Nord del tombolo di Punta Troia (Fig. 8);
in relazione al diverso grado di fruibilità della stessa.                       - Costa Nord del settore NE (Fig. 9).
In Tabella 1 è riportato, per le Zone B e C, un
quadro riassuntivo dei vincoli per le specifiche at-                      costa est
tività. Nel settore NE dell’isola sono individu-                          L’area rientra nella Zona C ed è il tratto di costa meno
ate due aree di protezione differenti (Fig. 1):                           vincolato dalle norme di tutela ambientale della
                                                                          riserva marina protetta. è accessibile solo via mare
  -Zona B “riserva generale” (da grotta Cammello al                       ma ciò non costituisce un limite per l’accesso all’area
   lato meridionale del promontorio di Punta Troia);                      da parte dei turisti e dei paesani possessori di barche
  -Zona C “riserva parziale” (dalla zona settentrio-                      (Fig. 4). Si ritiene che per la zona necessiti un’analisi
  nale del promontorio di Punta Troia a                                   di rischio geologico, al fine di valutare il grado di
  Punta Due Frati).                                                       fruibilità dell’area e limitare il rischio per i frequenta-
                                                                          tori del luogo non a conoscenza di eventuali pericoli.
                                                                          Il tratto di costa si estende per alcune centin-
                                                                          aia di metri ed è costituito principalmente da
                                                                          scogli carbonatici (di facile percorribilità e co-
                                                                          moda sosta), addossati ad una ripida parete sub-
                                                                          verticale di materiale anch’esso carbonatico.
                                                                          All’interno del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto
                                                                          Idrogeologico (di seguito denominato: “P.A.I.”)
                                                                          del 2006, l’area in questione è stata cartogra-
                                                                          fata come soggetta a fenomeni franosi comp-
                                                                          lessi e classificati P3 (pericolosità elevata). Il ri-
                                                                          levamento in situ (Maggio 2012), ha evidenziato:
                                                                          1) massi di dimensioni metriche, caduti recente-

                                                                             mente per fenomeni di crollo e/o ribaltamento
                                                                             dalla parete, addossati alla stessa ed a contatto con
                                                                             il mare;
                                                                          2) accumuli di detrito idrotrasportato, provenienti
                                                                             dall’impluvio del Rumurale di non recente depo-
                                                                             sizione (presenza di vegetazione) e soggetti attual-
                                                                             mente a crolli e/o ribaltamenti localizzati;
                                                                          3) blocchi di roccia da decimetrici a metrici, ac-
                                                                            cumulatisi lungo la costa, per fenomeni franosi
                                                                            complessi.

Fig. 1 - Zone di protezione sull’Isola di Marettimo. Il rettangolo rosso  Per effettuare una stima del rischio è necessario ribadire
         rappresenta l’area di studio.                                    che lo stesso rappresenta il prodotto del fattore di perico-
                                                                          losità (P) per la vulnerabilità (V) e per l’esposizione (E).

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