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costa nord                                                                  In allegato si illustrano i risultati delle computazioni
la costa nord è accessibile via mare oppure a piedi                         svolte al software RocFall®:
seguendo un sentiero non facilmente percorribile.                            - Allegato I (Spiaggia Est);
è un’area di circa 800 m di lunghezza e circa 8 m                            - Allegato II (Baia Nord);
di larghezza. La costa frastagliata è addossata ad                           - Allegato III (Costa Nord).
un versante ricoperto di detrito che varia, verti-
calmente, grado di cementazione. Il sito è com-                             Fig. 7 - Costa Est (CTR 1:10.000 AGG 2008).
preso nella Zona B in cui, ad esclusione della bal-
neazione, le attività antropiche sono molto limitate.                       Fig. 8 - Baia Nord del tombolo di Punta Troia (CTR 1:10.000 AGG.
L’area è classificata dal P.A.I. P4 (pericolosità molto                              2008).
elevata), soggetta a fenomeni franosi di crollo e/o
ribaltamento. Il rilevamento in situ ha evidenzia-                          Fig. 9 - Costa Nord (CTR 1:10.000 AGG 2008).
to che il principale “motore” (o fattore scatenante)
dei dissesti, è l’azione del moto ondoso che erode il
versante al piede, causando crolli di detrito dalla
parte alta. Il detrito eroso viene poi rimaneggiato
e lo si ritrova accumulato tra gli scogli della costa.
All’azione del moto ondoso si deve aggiungere la
circolazione diffusa delle acque meteoriche che crea
fenomeni di debris flow localizzati dove il versante
diventa più acclive e l’azione erosiva dei venti for-
ti dominanti innesca crolli diffusi su tutta l’area. I
clasti in caduta variano dal centimetro al decimetro.
L’analisi col software RocFall® rileva come il crollo
della maggior parte dei clasti, rimbalzando sulle su-
perfici cementate e la roccia nuda al piede, può po-
tenzialmente interessare tutta la larghezza della spiag-
gia (e oltre), rendendo la balneazione non sicura.
Le proposte per minimizzare il rischio possono es-
sere molteplici (es. frangiflutti per minimizzare
l’erosione da parte del moto ondoso; reti a funi spi-
rali con chiodi di ancoraggio per consolidare meglio
il versante e minimizzare i crolli diffusi;.. ecc.), ma
per sito in questione, risulterebbero tutte soluzioni
molto dispendiose (per l’estensione dell’area), con
un rilevante impatto paesaggistico e di dubbia ef-
ficacia (estrema incoerenza del versante detritico).
La soluzione ottimale in questo caso rimane
quella di azzerare il rischio vietando l’ingresso
all’area, anche via mare fino ad una distan-
za di sicurezza di circa 20 - 30 m dalla costa.

Fig. 6 - Costa nord. Si nota la variazione di cementazione verticale del
         versante detritico e l’erosione al piede causata dal moto ondoso.

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