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Dall a fine del 199 1 è Riserva naturale marina: ben 1.132 sono gli ettari pro tetti,
eq uivalenti a circa il 60 per cento dell ' intero territorio. Per l'inquadramento geologico,
idrologico, morfogenetico e cartografico dell'Isola di Ma rettimo si rimanda all a dettagliata
rel azione di Bixio e t alt. presentata al Congresso nazionale speleologico di Perugia de l 1978
(vedi Bibliografia) . Allegati a ll a relazione di Bixio sono presenti anche i rilievi de lla G rotta
del Presepe e del Pozzan ghero di Stincazzi.

        l principali rilievi dell'isola e le zone di maggio re interesse per la ricerca s peleologica
sono raggiungibili pe rcorrendo gl i o ttimi sentieri (vedi Cartografia) c urati dal Corpo
Fo restale dello Stato, che ha rimesso in sesto le antiche tracce avviando il recupero del
patrimonio boschivo. Una rete di escursioni che permette inoltre di compiere a piedi quasi
l'i ntero perip lo dell'isola: resta esclusa solo la selvaggia zona dei "Barranchi", g uglie
dolomitiche solcare da ripidi canal i c he precipi tano in mare da 400 metri di quota. All a loro
base si aprono a lcune de lle grotte marine più belle de ll'isola, raggiungibili solo con la barca.
Un'avventurosa traversata dei "Barranchi" - un trekking di più gio rni con difficoltà
alpin istic he - è stata portata a termine da ll a Cooperativa "La Ca rovana" di Bologna.

       Quanto alle presenze storiche, alle spalle del paese di Marettimo una comoda mul attiera
sale si no ai ruderi di una costruzione romana (Case Romane) è di una chiesa dei pri mi secoli
del cristianesimo, il tutto in stato di completo abbandono. Un'altra passeggiata porta in vece al
Castello di Punta Troia, già torre di avvistamento saracena poi destinato a carcere ne l 1795

dal re borbone Ferdinando n. L'isola è priva di strade asfaltate, se si escludo no i duecento

metri del centro abitato.

PROLOGO

       T utto ha inizio con un giro in barca dell'Isola di Marettimo, nell'estate del 1996. U
piccolo gozzo di Matteo Manugue rra solca le o nde di un minaccioso mare blu sotto le
spe ttacolari pareti de i "Barra nchi" . Di tanto in tanto, la barchetta si intrufo la dentro una g rotta,
sfiorando le pareti di roccia , in un 'oscurità rischiarata da irreali riflessi azzurri. Dopo qualche
mi glia di navigazione, la domanda orge s pontanea: "Oltre a ll e sple ndide gro tte marine, c i
sono alt re cavità sull 'isola?". G li azzurri ssimi occhi di Matteo si illuminano e, pe r la prima
volta, c i vie ne narrata la leggenda del Grande Pozzo. Una leggenda tramandata in paese di
padre in fi glio che, in seguito, ascoltere mo in decine di versioni di ffe rent i nei dettag li ma non
nella sostanza: lassl:t in cima alla mo ntagna, scavalcata la cresta battuta dai venti e dalle
nu vole, si raggi unge l'anfi teatro natu rale del pianoro di Stincazzi, dove la vi ta spaz ia, s ul
mare aperto verso la Tunisia. Facendosi largo nell a fitra selva di ar·bustelli odo rosi de ll a
macchia med iterranea, o rientandosi su un picco bianco, si raggiunge una sinistra fendi tura
rocciosa. Viene chi amato il Pozzang hero di Stincazzi. Quando, trecento metri più in basso, il
mare ulula in tempes ta...da que ll a fenditura si ode quasi un canto, un fischio, una brezza
marina che porta con sé brandelli di alghe. C'è chi dice di averne trovato traccia anche tra gli
sp ini delle piante che c ircondano l'im bocco del pozzo. Si narra, inoltre, che una volta -
complice la nebbia che spesso avvolge l'isola in alta quota - un cane sia precipitato nell a
fendi tu ra. A malincuore un a squadra di paesani aveva raggi unto la grotta e uno di loro era
stato calato per due balze con un can apo fino a 50 metri di profondità, recuperando il cane
sano e salvo. La leggenda mi rigirò in mente sino all'inverno quando - non pe r ucciderne la
poesia svelandone l'arcano. ma solo s perando fosse vera e portasse alla scope11a de lla grotta
più profonda della Sicilia- dec isi di lanciare l'idea di un a spedizione-lampo a Marettimo.

        Di rito rno a Roma verifico le informazioni e trovo un vecchio numero di "Speleologia"
(n.29, ottobre 1993), ne l quale Mau rizio "Mizio" Miragoli e Maria Ca rla C riscuolo (de l
Gruppo Grotte Milano Cai-SEM) descrivevano la lo ro "speleologia vacanz ie ra" a Marettimo.

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