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Con prosa un po' farragi nosa, un depl iant distribuito dagli "operatori turistici e pescatori
del comprensorio", a proposito della Riserva così recita: "L 'opera che le istituzioni hanno
posto in essere ha bisogno di un veloce riordino che garantisca lavoro e riconversione del
lavoro i n un progetto integrato di sviluppo comp lessivo con interventi adeguati e tempesti vi .
Per questo non solo è necessario ipotizzare il futuro, ma contestual mente creare le condizioni
concrete di prospettiva e di flessibilità che permettano il passaggio indolore, anzi con
benessere, dall'attuale condi zione di imbrigliamento burocratico-legislati vo ad una
progettualità reale che guardi alle Egadi come ad un grande parco naturale dotato di struttu re
flessibili, capace di diversificare i gradi di tutela dei valori naturali ed ambientali, ma anche
sociali e culturali ed in m'odo da permettere una sintesi notevole che guardi all'adattamento
reale degli strumenti legislativi alle caratteristiche dell'intero territorio e al suo sviluppo che
vogl iamo pensare magico".

        Una magia che non può e non deve snaturare la Ri serva. Da speleologi pensiamo ad una
magia più simile a quella che abbiamo vissuto nei pochi giorni della nostra spedizione: in
sette, nel cuore dell'inverno, con base in una casetta a due pi ani in via del T el egrafo con vista
sul porticciolo. Di notte intorno alla griglia sotto le stelle, di giorno con le tute speleo colorate
immersi nella vegetazione in cerca di grotte. Un turismo fuori stagione e, per il momento,
fuori dai canoni abituali; che potrebbe però diventare la chiave di volta per l'avvio concreto
della Ri serva. l giovani dell'Associazione Csrt M arettimo ci stanno lavorando. l sen tieri sono
tanti e belli ssimi (anche se purtroppo oggi percorsi anche dai cacciatori e dalle moto da trial
dei locali) e certo non scarseggiano gli i ngredienti per uno svi l uppo diverso da quel lo basato
solo sulle visite gu idate i n barca alle grott e - sti le mordi e fuggi - nel periodo esti vo o sulla
te ndenza ad un remissivo assistenzial ismo stalali sta che af!'iora a tratti tra i resident i (''Hanno
fatto la Riserva, allora ci paghi no per fare gl i indiani a benefi cio dei turisti e noi non
tocchiamo pit• nulla"). In questo senso la nost ra mini-spedizione ha costituito un even to per la
piccola comu nità che in dicembre resiste sull'isola. In futuro potrebbe non essere più così,
potrebbe nascere un circolo virtuoso di turismo naturalistico (trekking, speleologia,
arrampicata, immersioni, bird e !'ish watching), con ricadute economiche sostanziose, tali da
giust ificare agli occhi dei residenti l'imposizione di vincol i tanto necessari quanto aridi e
astratti se lasciati a se stessi. Se ciò avverrà, potremo dire che anche l a Speleologia ha fatto la
sua, piccol issima, parte.
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