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PREMESSA                                                                                                                                                         PREMESSA

La ricerca dal titolo “Politiche e strumenti per la reinterpretazione dei paesaggi produttivi
estrattivi in ambito costiero” affronta la tematica relativa ai siti estrattivi di cava dismessi
analizzando sia i siti estrattivi storici sia i siti estrattivi recenti.
Il Regio Decreto Legge 29 luglio 1927, n. 1443 “Norme di carattere legislativo per disciplinare la
ricerca e la coltivazione delle miniere del Regno” e ss.mm.ii. distingue tra la ricerca e la
coltivazione dei minerali di prima categoria (miniere) e dei minerali di seconda categoria (cave),
la distinzione operata tra miniere e cave è legata alla tipologia di materiale estratto, inoltre
mentre le miniere fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato le cave sono in
disponibilità del proprietario del fondo. Una cava è una attività produttiva che interessa
l’estrazione dei materiali definiti di seconda categoria tra cui si annoverano i materiali destinati
all’industria delle costruzioni; l’attività di estrazione si può svolgere sia in superficie (cave a cielo
aperto) sia in sotterraneo (cave in sotterraneo).
Nel presente lavoro si è scelto di indicare con il termine di cave storiche i siti estrattivi attivi nel
periodo che intercorre dall’antichità sino alla fase di industrializzazione delle tecniche e delle
tecnologie estrattive includendo in tale definizione anche i siti estrattivi archeologici, mentre con
il termine di cave recenti i siti la cui attività di coltivazione si svolge secondo tecniche estrattive
basate sull’utilizzo di tecnologie avanzate.
Per quanto concerne la classificazione tra cave storiche e cave recenti è opportuno evidenziare
che non sempre è possibile operare una distinzione in tal senso, numerosi sono i casi dove il
prelievo di materiale si è prolungato nel tempo e il sito estrattivo ha vissuto varie fasi produttive
che possono includere il passaggio da prelievi con tecniche manuali all’inserimento del sito in
un ciclo produttivo di tipo industriale determinando, in alcuni casi, l’impossibilità di distinguere i
diversi cantieri. Nelle ipotesi di prelievo di materiale persistente nel tempo si possono affiancare
fronti di scavo che mostrano le varie fasi della storia produttiva del sito o ancora esempi dove
l’attività di estrazione dei periodi più recenti, avvenuta con i moderni mezzi, ha cancellato le
testimonianze della attività produttiva storica.
Particolare attenzione è dedicata ai siti estrattivi ubicati in ambito costiero; tale scelta deriva sia
dalla riscontrata presenza di un modello estrattivo di cave storiche costiere che caratterizza
tutto il Mediterraneo sia dalla crescente attenzione per il paesaggio costiero che si esprime
mediante strumenti di tutela, valorizzazione e gestione delle coste.
Nella definizione di ambito costiero è inclusa sia la porzione di territorio immediatamente
prossima alla costa, e in questo caso parliamo di cave costiere, sia le porzioni di territorio che
hanno con la costa degli stretti legami derivanti da processi storici, culturali, insediativi e
ambientali che includono in particolare le aree estrattive legate ai paesaggi urbani costieri.
Dagli studi condotti è possibile appurare che sin dall’antichità il materiale di estrazione
privilegiato e utilizzato per le costruzioni era quello locale, successivamente i materiali pregiati

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