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PREMESSA

destinati agli usi ornamentali venivano prelevati da siti non necessariamente prossimi ai luoghi
della destinazione finale. In generale è possibile affermare che oggi i materiali di minore pregio
economico come sabbia e ghiaia vengono prelevati in luoghi non distanti dai cantieri, secondo
bacini di utenza calcolati sui tempi di trasporto, al contrario per i materiali di maggiore valore
economico, come ad esempio i lapidei ornamentali, il bacino di utenza è indipendente dalle
dinamiche di trasporto e il mercato di riferimento è di tipo extralocale.
L’approccio metodologico risulta differente a seconda che si operi nei confronti dei siti estrattivi
storici o dei siti estrattivi recenti. In particolare i siti estrattivi storici vengono considerati quali
patrimonio culturale in quanto rappresentano una testimonianza della storia dell’uomo e del
costruito storico nonché espressione di una attività produttiva. Gli interventi sui siti storici sono
orientati alla conservazione, alla tutela e alla valorizzazione dell’aspetto culturale e dell’aspetto
produttivo tramite la riscoperta della relazione che intercorre tra le cave e il costruito. In alcuni
casi per tali aree si sono attivati processi spontanei di rinaturalizzazione che ne rendono difficile
anche il riconoscimento, differente risulta il caso di numerose cave costiere storiche che
risultano ben visibili per effetto dei mancati processi di rinaturalizzazione; questa tipologia di
cava è facilmente individuabile tuttavia è anche maggiormente esposta a situazioni di degrado a
causa dell’azione erosiva del mare e dell’arretramento della linea di costa, non sono rari i casi di
cantieri sommersi.
I siti estrattivi recenti riferiti al primo periodo di industrializzazione del settore rappresentano dei
paesaggi dalle peculiari caratteristiche, in alcuni casi tali siti sono dotati di villaggi operai, di
piccole ferrovie per il trasporto del materiale e permangono in loco gli attrezzi utilizzati per
l’estrazione, la movimentazione e la lavorazione dei materiali; i problemi di carattere ambientale
sono legati alla quantità del materiale estratto e alla presenza degli scarti di lavorazione.
I siti estrattivi più recenti presentano un problema ambientale e paesaggistico rilevante, infatti
nonostante il tentativo di disciplinare e pianificare il settore estrattivo le politiche e gli strumenti
selezionati non hanno garantito i risultati attesi, sia in riferimento alla mitigazione degli impatti
durante la fase di coltivazione sia in riferimento ai mancati recuperi.
La ricerca analizza: l’evoluzione storica dell’attività estrattiva; le politiche e gli strumenti di
valorizzazione dei siti estrattivi e dei materiali; le politiche e gli strumenti di pianificazione
dell’attività estrattiva e di governo del territorio. Gli aspetti citati concorrono alla formazione di
una conoscenza dell’attività estrattiva, che risulta imprescindibile per la costruzione di percorsi
strutturati orientati alla corretta gestione dei processi di intervento sui siti interessati da attività di
cava, capaci di costruire, tramite risultati significativi, una rinnovata percezione collettiva
dell’attività estrattiva.
L’obiettivo generale della ricerca è quello di definire politiche e strumenti per la reinterpretazione
dei paesaggi produttivi estrattivi al fine di cogliere le opportunità derivanti da un approccio
sistemico al tema.
La tesi è suddivisa in cinque sezioni; le prime due sezioni sono dedicate rispettivamente alle
cave storiche e alle cave recenti e inquadrano i principali aspetti concernenti lo studio delle

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