Page 100 - D-Girolamo_Matranga
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38             OR A TIO              N E
                                    fanzegiunſe al Veſpro delle ſue ceneri.Voi qui giurare
                                    tè cheloaffittiſſimo Genitore ſtordito a sìgran colpo, G
                                    abbandonaſseper iftupidezza di affetto nelle tenebre di
                                    Saccorato filentio ; già chegli Alberi ſteſſi allo ſtronca

                                   mento de rami gocciolando cópiangono;niente di me.
                                    no egli in maniera ſodisfece a’debiti delcordoglio ,che
                                   nel medeſimo giorno interuenne alle publiche vdienze
                                    congeneroſità di Rè,con tolleranza diApoſtolo . Hai
                                   -più fulmini, o Fortuna ? altro non reſtarebbeti, che l'in
                                   crudelirecontra vn Fanciullo Primogenito delle ſecon

                                     denozze Proſpero di nome, per eſserlonell' Imperio.
                                    Ardirai diporlemaninel Beniamino dell'Auſtria ? di
                                    rrecider le fila ad vna Vita,onde pendonole felicità del
                                     le Spagne, leauuenture di tanti Reami ? Ahimè ( mi
                              28.    gorgoglia a forza negli occhi il pianto ) anche queſto
                                    Fiordella Monarchia dalla ſpietata fi ſuelſe . Che farà
                                     FILIPPO sù la bara delſuoPrincipino , così tardi im
                                    petrato , così tofto perduto ? ſe farnetica per ecceſſi di
                                    malinconia , ſe ſtruggeli in ſinghiozzi, è poco : ſe be
                                    ſtemmia le malie delDeſtino manigoldo delle ſue vi

                                     ſcere , pur è poco : l' aſsoluono le ſimpatie . Lungi,
                                    lungi dal ſuointrepido Spirito doglianze si diſperate

                                    Ma quai penſierigli vennero inmente ? che operò?
                                    che diſse, vedendoſi auanti cadaueretto innocente løvni
                                    co Erede della Corona ? Entrò in diffidenza con Dio
                                    nel perdere ciò,che ftimaua nato per miracolo ? ſmarrì
                                    di viſta le ſollecitudini del Regno , vedendo ſpenta la
                                    pupilla degliocchi ſuoi ? corſe aſtringerſicolle amate
                                    reliquie ? riſcaldò coʻſoſpiri le membra raffreddate? che
                                     fece egli? San pur le Tigri impaſtate di ſtizza inſuſurra
                                    re nonsòche di compaſſioneuole sù i parti vcciſi : Nc
                      ExAugufti fcio quid lene filijsfuisimmurmurant. Gridò almeno : Fi
                                     glio ,coſi mi laſcia viuere ſenza cuore, ſenza Tè morto?
                                     queſt erano le allegrezze, che mi promiſero le tue na
                                     fcitc ? troppo Mio, troppo Crudele, veniſti alla luce
                                     per tormela . Perdonami, che ti occiſero le mie colpe.
                                     colle perdite del mio Sangue fi puniſcono le mie Carni :

                                                                                         Vni
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