Page 533 - D-Girolamo_Matranga
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che, AdulationesTertulliano:imperochedalle incenſatez Pamelius ad Tertul.
e dal culto degl·Iddij li diriuarono.Sarebbe più diccuo- Scaliger.
le,che amiciacerbi haueſsero eglino,cheſoaui, e dolci. Cic. Dial.de Amic.
Præftathabere-acerbos.Diſse bene il gran Sauio Arabo
Locmano , che ſono rimprocci , contumelie , td onte
le ſouerchie lodi.Qui adulaturtibi,deteftatur te.E'l Poe. Erpenius
ta in quel volgare Pentametro.
Impiafub dulcimelle venena latent.
L'Auguſto FILIPPO totali Fere dal Palazzo bandi.
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L'aniino hebbe ſempre mai candido, impatiente di nu
goli, ne' quali l'Adulatione fa traſparire i ſuoi colori.
Eglimirò ſempre con l'aſtrolabio della verità, i veri
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mori delle Stelle , non gli apparenti ; non laſciò vano
nella ſua mente , nel quale fantaſticherie Gi dipingeſse
ro. Non iſpecchioſſi, che nelle acque criſtalline , non
increſpate da voci bugiarde, che alterano le ſpecie de.
gli oggetti. Indagò ſempre,ſe foſse,come li gli pen.
nelleggiò l'imagine. Seppe ben diſtinguere la muſica,
accordata dal vero ,e dall'intereſse. Fece fuanire le Sfin .
is gi, e le Chimere. Conobbe bene l'origine delle diſto
nanze de pareri. Procurò eſsere tale,quale era cantato,
& hebbe adiſgrado le canzoni delle lodi: AmòegliCurc.1.8.
i Caliſtheni, non i Cleoni, i Catoni, non gli Ariſtippi.
Emulò la modeltia di Auguſto, e di Tiberio,non gia la
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* ſuperbia di Dionigio ,e di Aleſsandro,ſtropicciata dalle
vnghic deibugiardigraffiatori. A più ſpecchi appre
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Ć ſentò le diterminationi , per diſcernere dalle figure, i
į piani , da i concaui ; e da i conueſli . Hebbe in odio la
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moltiplicatione delle coſe, le hiperboli' , e gli sforma
menti , altramente rappreſentanti . Hebbe in ſoſpetto il
54 farmaco, niente amaro , ilroſaio ſenza ſpine , gliap
plauſi ſenza ammonimenti. La libertà gli fù gradita,
it non la licenza dell'adulare, Alle vdienze ammeſse più
los volontieri i Cenſori, che gli Encomiafti; e tolerò pure
punture de i Momi .
en le
sine
La
Soins
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