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LA MIGRAZIONE AUTUNNALE DELL’AQUILA MINORE ATTRAVERSO LA PENISOLA ITALIANA
(5), Emilia-Romagna (4), Friuli (3), Umbria (2). Da rilevare che le osser-
vazioni in Sicilia potrebbero riferirsi, in alcuni casi e nei periodi più
tardivi, a individui già precedentemente osservati lungo la Penisola e
forse anche svernanti.
La migrazione autunnale dell’Aquila minore in Italia potrebbe esse-
re ricondotta a uno schema complesso (determinato dalla posizione geo-
grafica della Penisola Italiana, intermedia tra i due areali di distribu-
zione disgiunti), che chiama in causa, in via ipotetica, rotte e popolazio-
ni aventi origini geografiche diverse (Fig. 2):
1) Le osservazioni nella Padania orientale (Colli Asolani) e nelle Alpi
occidentali (Valli di Lanzo, Valle Stura; BERAUDO & CAULA, 2003) di indivi-
dui diretti da E verso W (verso la Francia mediterranea e verosimilmente
Gibilterra) potrebbero riferirsi a un esiguo numero di soggetti apparte-
nenti a popolazioni poste al limite più occidentale dell’areale orientale
europeo di distribuzione della specie (regione danubiana e carpatica).
2) Le ripetute osservazioni lungo la fascia costiera ligure, dove fino-
ra è stata notata quasi unicamente una direzione di migrazione da W-
SW verso E-NE, portano a considerare l’ipotesi di un’origine occidenta-
le, suffragata da alcuni ritrovamenti in Italia di soggetti recanti anelli
spagnoli: 1 ind. della forma chiara inanellato al nido ad Almonte, nel
Parco Nazionale spagnolo di Donana, il 17/07/1988 e abbattuto a
Castelfiorentino (FI) il 21/11/1988, ora conservato nella Collezione
Museo de’ Fisiocritici (SI) (ARCAMONE & TELLINI, 1992; A. Sacchetti, com.
pers.); 1 ind. della forma chiara, probabilmente subadulto, inanellato in
Spagna e trovato impallinato ad Annà di Melito Porto Salvo (RC) il
5/11/2003 (S. Urso, com. pers.). È presumibile che gli individui di pas-
saggio nella Liguria occidentale appartengano a popolazioni dell’areale
europeo d’occidente più vicine alla Penisola Italiana, in particolare a
quelle della Francia centro-meridionale, tra cui alcune, di recente colo-
nizzazione, ma più scarse e instabili, dei dipartimenti sud-orientali
(Bouches du Rhone, Vaucluse; Var: YEATMAN-BERTHELOT, 1995; DUBOIS et
alii, 2001; ORSINI, 2000).
Anziché dirigersi verso lo Stretto di Gibilterra, questi individui scen-
derebbero dal versante tirrenico per raggiungere aree di svernamento
nel Mediterraneo centrale (Nord Africa e Sicilia, dove alcuni esemplari
sono osservati regolarmente in periodo invernale: CORSO & IAPICHINO,
1998; GRUSSU & CORSO, 1997) o nell’Africa subsahariana: tale aspetto
potrebbe inquadrarsi nei fenomeni di significato biogeografico, oltre che
ecologico, descritti da DI CARLO (1972), per certe specie nidificanti a
ovest dell’Italia.
Nel sito monitorato della Costa Azzurra sono osservati movimenti
migratori sia nella direzione SW, sia nella direzione NE, a parziale
sostegno di tale ipotesi, suffragata anche dalle recenti osservazioni nelle
Alpi Apuane.
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