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LA MIGRAZIONE AUTUNNALE DELL’AQUILA MINORE ATTRAVERSO LA PENISOLA ITALIANA
URCUN & KABOUCHE (1999) evidenziano che nei Pirenei è rilevato in
transito verso la Spagna in media solo un terzo dell’intera popolazione fran-
cese: il passaggio è più marcato dal lato atlantico rispetto a quello mediter-
raneo al punto che gli Autori ipotizzano l’esistenza di due subpopolazioni
migranti in periodi diversi (in corrispondenza con i periodi di passaggio
relativamente tardivi osservati nei siti del litorale mediterraneo francese);
in tutta la catena pirenaica la migrazione della specie è, infatti, scarsa in
ottobre e i giovani risultano più tardivi dei soggetti con più di un anno d’età.
3) A entrambe le origini potrebbero essere ipoteticamente riconducibi-
li le osservazioni dell’Italia centro-meridionale (Lazio, Campania,
Calabria, Sicilia): l’attraversamento della Penisola Italiana e del Canale
di Sicilia per raggiungere gli areali di svernamento africani infatti
potrebbe riguardare sia individui dell’Europa orientale, in ingresso dalle
regioni nord-orientali (Friuli e Veneto: Colli Euganei), sia individui pro-
venienti principalmente dal versante tirrenico (v. ipotesi al punto 2).
FANTIN (1974), non disponendo di informazioni sulle direzioni di volo,
attribuiva agli individui rinvenuti in Italia la sola provenienza occiden-
tale (franco-iberica), ipotizzando una macro-rotta diffusa dal mare
(senza precisare la stagione migratoria) e anche una linea d’affilo diret-
ta dai Pirenei al Nord Italia, attraverso le Alpi Marittime, in contrasto
con le indicazioni attualmente disponibili.
La rarità della specie e la conseguente scarsità delle segnalazioni sul
territorio rappresentano tuttora un ostacolo oggettivo per una ricostru-
zione precisa della migrazione dell’Aquila minore nel Mediterraneo cen-
trale, rendendo necessarie ricerche mirate ed approfondimenti (ad es.
sulle provenienze e direzioni di volo notate e sull’età degli individui); il
prolungamento dei periodi d’osservazione nei siti importanti per la
migrazione dei rapaci in Italia, già monitorati con regolarità, soprattut-
to in quelle zone e nei periodi (ottobre) nei quali il passaggio della specie
appare più marcato, potrebbe riservare ulteriori elementi d’interesse.
Ringraziamenti - Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza la gentile disponibilità e la col-
laborazione di molte persone. Si ringraziano pertanto: Nicolantonio Agostini, Stefano Balbo, Enrico
Bassi, Michel Belaud, Massimo Biondi, Giovanni Boano (G.P.S.O.), Lucio Bordignon, Enrico Borgo
(Museo Civico di Storia Naturale di Genova), Stefano Bottazzo, Giuseppe Campo, Massimo
Campora, Alessandro Canci, Carmela Cardelli, Bruno Caula, Jacopo Cecere, il Centro di Recupero
degli Animali Selvatici CIPR di Rende, il Centro di Recupero Fauna Selvatica LIPU di Roma,
Andrea Ciaccio, Leonardo Cocchi, Andrea Corso, Ennio Critelli, Nino Di Lucia, EBN Italia, Gilles
Faggio, Luigino Felcher, Maurizio Fraissinet, Arturo Gargioni, Luca Giraudo, Mauro Giorgini,
Serge Graub, Salvo Grenci, Renzo Ientile, Ottavio Janni, Mickael Jardin, la LIPU - Delegazione di
Genova, Gianfranco Martignago, Ugo Mellone, Michele Mendi, Francesco Mezzavilla, Gabriella
Motta, Rosario Notaro, Philippe Orsini, Giorgio Paesani, Michele Panuccio, il Parco Naturale delle
Alpi Marittime - PNAM (Progetto Migrans), il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Fabio
Piccolo, Paolo Maria Politi, Nino Provenza, Daniele Reteuna, Luciano Ruggieri, Alessandro
Sacchetti, Michael Sammut, Maffeo Schiavi, il Servizio di Polizia Provinciale di Genova, Giancarlo
Silveri, Massimo Taddei, Gianpaolo Terranova, Aldo Tonelli, Salvatore Urso, Lorenzo Vanni,
Gabriella Vaschetti, Domenico Viggiani, Francesco Vita, il WWF Toscana.
Ringraziamo inoltre Fausto Barbagli e l’anonimo Referee per i suggerimenti.
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