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nella Tirrenide penetrò nel suolo, mentre quella rimasta nell'Egeidé
rimase in superficie, composta da forme probabilmente muscicole. Ciò
spiegherebbe la microftalmia e la taglia maggiore delle specie apparte-
nenti a questo secondo gruppo e la presenza in regioni assai più vaste
delle specie che lo compongono, maggiormente diffuse e con un minor
grado di endemicità.

      Esse avrebbero cioè popolato le terre occidentali dopo il solleva-.
mento alpino, forse in conseguenza di fasi xerotermiche successive alle
glaciazioni avvenute all'inizio del Quaternario e quindi in un'epoca più
recente di quanto non sia avvenuto per le forme tirreniche.

      Tali considerazioni conducono, a mio avviso, ad interessanti ipotesi
paleogeografiche.

      Pantelleria infatti ospita una entità molto antica, rifugiatasi nel suolo
verosimilmente durante il Secondario e che si rinviene anche sulle coste
mediterranee del N-Africa.

      L'Octavius vitalei cossyrensis Coiff., elemento maghrebino, potrebbe
testimoniare che se mai Pantelleria ha avuto rapporti tetritoriali con le
terre viciniori, questi dovrebbero essersi stabiliti o essersi prolungati
sino ad una data più moderna che non per Lampedusa, ave la faunula
ipogea offre un endemismo molto antico e notevolmente differenziato
dalle forme limitrofe appartenenti allo stesso genere.

                                Sottofamiglia Paederinae

                                      Tribù Paederini

                           Genere Astenus Stephens, 1832

Astenus ( Astenognathus) anguinus ( Baudi, 1848).

      Bibliografia per le isole circumsiciliane. - Astenus anguinus Baudi;
Ragusa, 1875, pag. 251 (Pantelleria).

      Materiale esaminato. - Nessuno.
      Note. - E' questa una specie poco nota, spesso confusa con altre
vicine. Essa sembra occupare l'Europa meridionale ed in particolare la
Francia mediterranea e viene citata per l'Italia di Piemonte, Trentina,
Toscana, Lazio, Sardegna, Sicilia.
      Le specie di questo genere possono essere individuate quasi esclu-
sivamente attraverso lo studio dell'organo copulatore, essendo tra loro
assai simili nei caratteri esoscheletrici. Ritengo pertanto dubbia la deter-
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