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zione nella regione paleartica e quindi di scarso significato zoogeografico,
queste isole ospitano una faunula stafilinodologica composta in larga
misura, in base alle attuali conoscenze, da elementi euromediterranei me-
ridionali, più di quanto non si possa constatare per le altre isole fin
qui trattate. A mio parere, in base al materiale studiato, queste isole
ospitano un numero non molto elevato di specie ma abbondanti nume-
ricamente in esemplari.

       Le specie più interessanti sono comunque il Tasgius pedator siculus
Aubé già citato, l'Aleochara crassa Baudi, entità probabilmente W-medi-
terranea a diffusione transadriatica ristretta, sulla cui corologia tuttavia
non si hanno ancora dati precisi ed il Philontus n. sp. (? ), probabile
endemismo che se venisse confermato attraverso lo studio del éJ in ulte-
riori ricerche, costituirebbe un dato di notevolissimo interesse.

       Nel complesso anche le Egadi comunque non si discostano dal
popolamento continentale, tuttavia sarebbe assai utile, a mio avviso,
poter approfondire la conoscenza degli Stafilinidi di Favignana che po-
trebbero essere presenti con specie di un certo significato anche dal
punto di vista corologico. Pure in questo caso desidero evidenziare
l'assoluta novità di tutte le citazioni per le Egadi, grazie alle raccolte
organizzate dal Museo di Storia Naturale di Verona.

      I 30 taxa di Pantelleria si possono così suddividere: paleartici 8
(22% circa), sudeuropeo-mediterranei 8 (22% circa), eurosibirici 3
(10% circa), euromediterranei 3 (10% circa), eurocaucasici 2, europei
s. str. 2, mediterraneo-macaronesici 2, eurocentroasiatici l, sudappenni-
nico-siculi l, W-mediterraneo-transadriatici l, maghrebini s. str. l.

      Questi dati, seppur scarsi rispetto alle specie sicuramente rinvenibili
sull'isola, dimostrano chiaramente che Pantelleria è l'isola con la popola-
zione stafilinodologica più complessa e quindi più interessante, assieme
a Lampedusa, tra quelle in esame.

      Il contingente di specie di cui si è a conoscenza comprende infatti
un minor numero di entità banali, a vasta distribuzione nella regione
paleartica, ed un maggior numero di entità interessanti.

      Tra queste una sola è di origine strettamente maghrebina
ma essa, a mio avviso, è di fondamentale importanza per avanzare la
possibilità di stretti collegamenti tra l'isola ed il continente N-africano.

      L'Octavius vitalei cossyrensis Coiff. è infatti una entità ipogea che
appartiene ad un philum tirrenico molto antico che si può far risalire
al Secondario e ad una specie differenziatasi altrimenti nell'Italia centrale
e nell'Appennino meridionale ed in Sicilia.
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