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Infine è opportuno mettere in evidenza alcuni aspetti fitogeografici la cui in-
terpretazione necessita di considerare la combinazione di tutti o di alcuni fatto-
ri precedentemente analizzati. È stato già indicato quanto è importante da un
punto di vista fitogeografico l'influenza climatica africana per le isole più meri-
dionali della Sardegna e, in particolare della Sicilia, dove sono presenti elemen-
ti floristici comuni. Tale aspetto si accentua nelle isole Pelagie dove è presente
un rilevante contingente endemico in parte costituito da specie di provenienza
nordafricana, probabilmente da collegare a vicissitudini paleogeografiche (Brul-
lo et al., 1995). Una specie di interesse in comune tra sistemi microinsulari si-
culi, sardi e nordafricani è Brassica insularis, pianta che vegeta in alcune isole del-
la Sardegna, in modo particolare nell'isola dei Cavoli. Questa brassicacea è
presente anche nell'isola di Pantelleria, unica stazione della Sicilia, e nell'isola
del Galitone (Tunisia). Altro elemento floristica di interesse fitogeografico in co-
mune tra piccole isole della Sardegna e della Sicilia è Hyoseris taurina, la cui di-
stribuzione comprende l'isola il Toro, alcune località costiere della Sardegna sud
occidentale, della Calabria, delle Eolie e rarissima nell'isola la Galite (Tunisia).
Di notevole interesse sono Aristolochia navicularis e Thymelaea tartonraira subsp.
tartonraira presenti in varie località della Sardegna, mentre in Sicilia si ritrova-
no esclusivamente nelle isole Egadi; Clematis flammula L. ampiamente diffusa
in Sardegna ma presente in Sicilia solo nelle isole Eolie; Erodium maritimum pre-
sente in diverse località della Sardegna, mentre in Sicilia si ritrova esclusivamente
nelle isole Egadi; Castellia tuberculosa, rarissima sia in Sardegna, essendo cono-
sciuta per poche località costiere, che in Sicilia dove è presente a Linosa.
ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA CONTRAZIONE DELLA DIVERSITÀ
VEGETALE IN PICCOLE ISOLE DELLA SICILIA E DELLA SARDEGNA
Risulta fondamentale prendere atto del valore della biodiversità vegetale che
le isole sono capaci di conservare e, in modo particolare, è importante consi-
derare le peculiarità floristiche presenti in tali territori. La fragilità degli equi-
libri ecologici presenti nelle piccole isole dovrebbero avere una più rilevante
considerazione. Se da un lato la maggiore diversità floristica è spesso il risulta-
to di notevoli azioni di disturbo da parte delle attività umane capaci di incide-
re in modo rilevante sulla creazione di nuovi habitat o di nicchie ecologiche,
dall'altro gli stessi interventi antropici mettono in serio rischio la conservazio-
ne di specie rare o esclusive di questi territori. Una loro conservazione e gestione
deve partire necessariamente dalla conoscenza dei diversi aspetti della biodi-
versità, in modo particolare di quella vegetale; questo limiterebbe la drastica ri-
duzione e degradazione degli habitat, condizione che favorisce la diffusione del-
la flora aliena, infestante e ruderale, impedendo in tal modo l' innescarsi di
processi di desertificazione ai quali sono soggette particolarmente le piccole iso-
le del Mediterraneo.
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