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lomitici, marnosi, calcarenitici talvolta ascrivibili al Mesozoico altre volte al
         Miocene. Una simile diversificazione dei substrati, spesso in relazione con quel-
         li presenti nel Nordafrica con il quale la Sicilia ha avuto in passato ripetuti e
         prolungati collegamenti, ha certamente favorito la differenziazione di elemen-
         ti floristici esclusivi per i territori microinsulari siculi. Se consideriamo invece
         le piccole isole sarde risulta che tra esse ben il 75o/o sono costituite da substrati
         cristallini, quasi esclusivamente granitici. La continuità dei substrati granitici
         tra numerose isole circumsarde e l'isola madre ha rappresentato un limite nei
         processi evolutivi con la conseguente presenza di pochi elementi floristici esclu-
         sivi. Arrigoni e Bocchieri (1995) indicano come la scarsità del contingente en-
         demico è da porre anche in relazione con le dimensioni delle isole; infatti met-
         tono  in  evidenza  come  in  Sardegna  gli  endemismi  sono  sporadici  e
         numericamente non significativi nelle isole di minori dimensioni.
            Relativamente alle condizioni climatiche, senza entrare in merito ad un ar-
         gomento che meriterebbe una trattazione a parte, ci si limita a porre in evidenza
         che i sistemi microinsulari della Sicilia si trovano ubicati a latitudini più meri-
         dionali rispetto a quelli sardi, con conseguenze riguardanti sia le temperature

         medie annue che l'entità delle precipitazioni. Per esempio, le temperature me-
         die annue registrate per l'arcipelago di La Maddalena sono di 17,3 oc, mentre
         le precipitazioni medie annue sono di 552 mm (Bocchieri, 1996). Se conside-
         riamo l'Isola di Lampedusa osserviamo condizioni nettamente più termofile in
         quanto le temperature medie annue sono di 19 °C, mentre le precipitazioni
         medie annue sono di 320 mm (Bartolo et al.,  1988). Non è un caso allora la
         presenza sull'isola di Lampedusa di tipi corologici a distribuzione prevalente-
         mente nordafricana pari al 4,6o/o della sua flora. Tra le specie di origine norda-
         fricana si ricordano Caralluma europaea (Guss.) N.E.Br. subsp. europaea, Echi-
          nops spinosissimus Turra subsp. spinosus Greuter, Linaria reflexa (L.) Desf. subsp.
          lubbockii (Batt.) Brullo, Paronychia arabica (L.) DC. subsp. longiseta Batt., Lau-
          naea nudicaulis (L.) Hook f., Allium hirtovaginatum Kunth e Carlina involu-
          crata Poir. In particolare Lampedusa è l'unica località italiana dove è presente
          il genere  Caralluma, ampiamente rappresentato nel Nordafrica, e la sola loca-
          lità europea dove è presente Paronychia arabica subsp. longiseta (Bartolo et al.,
          1988).
            Un'altro fattore che condiziona il grado di biodiversità ed ecodiversità nei si-
          stemi microinsulari è l'altitudine che talvolta relega in secondo piano la super-
          ficie. Infatti la presenza di rilievi offre una maggiore varietà di ambienti, e quin-
          di di nicchie ecologiche, capaci di ospitare una considerevole diversità floristica.
          Ne è un esempio l'isola di Tavolara che ha un'altitudine di 565  m e una flora
          che supera i 500 taxa; la vicina isola di Molara invece ha la massima altezza di
          164 m s.l.m. e una flora numericamente inferiore, essendo costituita da poco
          più di 380 entità floristiche.



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