Page 23 - Brighetti1979
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disturbi, in particolare durante la stessa stagione riproduttiva. Effetti dannosi di conta-
minazione da pesticidi e sostanze chimiche (soprattutto negli adulti) sono stati recente-
mente rilevati anche nella vicina Svizzera (SCHIFFERLI 1978).

       Com'è noto questo svasso, come del resto gli altri della famiglia, risulta un valido
indicatore ecologico e la sua presenza segnala un irrilevante inquinamento ambientale.

       Una situazione sempre più favorevole si nota anche in ·:arie nazioni europee, soprat-
tutto del centro, ove dopo un progressivo calo verificatosi nella metà del 19° secolo
(a causa principalmente dei massacri alimentati dal commercio delle piume), si è andata
registrando una massiccia ripresa degli effettivi ed una generale rioccupazione dei luoghi
abbandonati (Gran Bretagna, F1·ancia, Olanda, Norvegia, Svizzera, Germania, Russia, etc.)
(AA. vari in BAUER e GLUTZ 1966 e in CRAMP e SIMMONS 1977; GRZIMEK 1974; FucHS
1978). In Gran Bretagna ad esempio fino al 1840-50 la specie era ben rappresentata
e diffusa; successivamente per i continui massacri (più pressanti all'inizio di questo
secolo) le coppie presenti in Inghilterra si ridussero a sole 42 ; provvidenziali misure
di tutela riportarono ben presto (1931) il totale a circa 2800 coppie ed un successivo
controllo (1965) confermò la tendenza e diede un totale di 4100-4700 coppie (AA. vari
in SHARROCK 1976 e in CRAMP e SIMMONS 1977).

      Nella vicina Francia la situazione si f> attualmente (1975) stabilizzata sulle circa
3000 coppie (YEATMAN 1976), delle quali circa 2000 nella sola zona Rhone-Alpes
(LEBRETON 1977).

       Tutti questi incrementi generalizzati hanno presumibilmente portato alla colonizza-
zione di zone adatte della penisola Finno-Scandinava, certamente stimolata anche da
miglioramenti climatici e da altri fattori contingenti (KALELA 1949; CRAMP e SIM·
MONS 1977).

       Com'è noto questa specie si riproduce molto precocemente; di recente sono state
segnalate deposizioni verso la prima decade di febbraio (CALEGARI 1974) ed in Francia
addirittura nella prima metà di gennaio (KERAUTRET 1976).

       Lo stesso dicasi per quelle tardive che possono protrarsi fino a poco prima della
metà di settembre. Tutto ciò appare in relazione alla situazione ed alla disponibilità
degli ambienti di nidificazione (crescita della vegetazione, livello delle acque, condizioni

climatiche, etc.).

      MOVIMENTI. Parzialmente migratore, compie passi regolari da metà agosto a metà
dicembre (fine luglio-fine dicembre) e da marzo a fine aprile (metà febbraio-primi
maggio).

       Localmente invernale nelle zone adatte del centro, del sud e delle isole maggiori;
più scarso come tale al nord ed in regioni carenti di ambienti adatti. Frequenta sia le
zone interne che quelle costiere salmastre, dal livello del mare ai monti, fino a circa
1300-1400 mslm. (DI CARLO 1947, 1972 e com. pers. 1979; MoLTONI 1964; BRICHETTI
ined. ).

       Durante gli spostamenti e le soste invernali viene regolarmente segnalato anche in
bacini molto antropizzati, ove gli individui si dimostrano piuttosto confidenti ( CALEGARI
1973; PASQUALI 1978).

       Per l'Isola d'Elba è dato come di passo ed invernale sulla base di vecchi e generici
dati (MoLTONI e DI CARLO 1970).

       Interessanti concentrazioni invernali sono note per vari laghi e bacini artificiali
appenninici, soprattutto del Lazio (qualche centinaio di individui frammisti a qualche
migliaio di Fulica atra e ad Anatre tuffatrici (DI CARLO e HEINZE 1977), della Lom-
bardia (BIANCHI et alii 1969), del Veneto e della Sardegna (in particolare stagni dello
Oristanese); un censimento invernale portato a termine nell'inverno 1971-72 negli stagni
e nei laghi dell'isola, ha fornito un totale complessivo di poco più di un centinaio di
individui, con circa 60 in una sola località (Mocci DEMARTIS 1974 a e com. pers. 1979).

       In Corsica si notano scarse presenze invernali su alcuni stagni della costa orientale
(decine di individui) (THIBAULT 1978).

       Enormi concentrazioni invernali (anche oltre 20.000 individui in maggioranza di
provenienza nord-occidentale) sono segnalate per alcuni laghi della vicina Svizzera, ove

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