Page 22 - Brighetti1979
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con circa 70-80 coppie in totale; altre località recentemente abbandonate o non control-
late) (Dr CARLO e HErNZE 1976, 1977; Dr CARLO com. pers. 1979). Presenze fluttuanti
e scarse un Umbria (l zona occupata ed altre limitrofe non controllate) (MoLTONr 1962 h;
BRrCHETTI ined.).

        Occasionali riproduzioni in Toscana (l zona occupata da l-2 coppie) (RoMÈ 1979;
QuAGLIERrNr et alii 1979; CATERrNr com. pers. 1979}, non confermate da altri AA.
 (BACCETTI 1980} ed altre località adatte non controllate.

       Regioni meridionali. Buone presenze in Puglia ( 3-4 zone occupate da varie decine
di coppie; in alcune località in forte regresso) (ALLAVENA e MATARRESE 1979; CAMBI
com. pers. 1979); poche altre località non controllate. Ancora ben rappresentato nel
Molise ( 3 zone occupate stabilmente e poche altre solo occasionalmente) e scarse presenze
in Campania (l zona occupata da alcune coppie} (NoRANTE com. pers. 1980); altre
località adatte non controllate. Limitate presenze in Basilicata (l zona occupata da circa
una quindicina di coppie, apparentemente in aumento (BoLOGNA e INDELLI 1979).

       I sole maggiori. Scarse presenze in Sardegna ( 4 zone occupate con circa 20 coppie
complessive stimate nel 1971-75; un'altra zona recentemente abbandonata (1965) (ScHENK
1976; Mocci DEMARTIS 1973 e com. pers. 1979). Limitate presenze in Corsica (l zona
stabilmente occupata e possibilità di nidificazione in pochissime altre} (YEATMAN 1976;
THIBAULT 1978 e com. pers. 1980).

       Per l'intero paese una stima generale, alquanto approssimativa e basata sulle attuali
conoscenze, fornirebbe una popolazione nidificante di circa 400-500/600 coppie.

       La situazione storica rileva per il continente generici insediamenti per le zone
umide e per i laghi della Toscana (SAVI 1831; GRIFFOLI in GIGLIOLI 1890), della Lom-
bardia (PAGLIA in GrGLIOLI 1890; DusE 1936), del Veneto (ARRIGONI 1904, 1929), del
Trentino Alto Adige (MARCHI 1907; CASTELLI 1931) e dubbiosamente del Friuli Vene-
zia Giulia (VALLON 1903).

       Per il Lago di Garda attualmente la nidificazione risulta alquanto improbabile per
diversi motivi (distruzione dei canneti, intensa circolazione di natanti a motore, distur-
bo turistico e venatorio, etc.). Per il Lago d'Iseo esistono ancora buone possibilità che
saltuarie riproduzioni si ripetano e si stabilizzino, a condizione che la zona (parte bassa
e torbiere) venga opportunamente tutelata (SALVINI 1965; BRICHETTI 1975 e ined.;
BRICHETTr e CAMBI 1977). Un piccolo bacino lacustre (a sud del Lago di Garda) dal
1967 abbandonato dall'unica coppia presente (GIRARDI com. pers. 1980).

       Nelle zone costiere umide dell'Alto Adriatico e del medio ed alto Tirreno, l'alto
grado di salinità e la non ideale profondità dei fondali, costituiscono certamente un
ostacolo a ricolonizzazioni o a formazioni di nuovi insediamenti. E' infatti da tenere
presente che nell'Europa centrale (e così in Italia) la specie predilige spiccatamente le
zone d'acqua dolci, mentre in quella orientale essa si adatta benissimo ad un alto grado
di salinità (BAUER e GLUTZ 1966).

       In Sardegna la nidificazione era già nota per il secolo scorso, seppure qualche A.
esprimesse preoccupazioni per la futura presenza (BoNO MI in GrGLIOLI 1890; SALVADORI
1864; BROOKE 1873 in BEZZEL 1957).

      In Sicilia la sua riproduzione è attualm~nte da escludersi e la specie si può conside-
rare estinta come nidificante dagli inizi di questo secolo (BENOIT 1840; DonERLEIN
1869; G!GLIOLI 1907} o forse più tardi (verso la metà del secolo stesso) se si considera-
no alcuni dati generici riferibili agli anni 40-60 (MARIANI 1942; KRAMPITZ 1958;
MASSA 1976 e com. pers. 1979}. In questo periodo ed anche più recentemente vari AA.
consideravano la specie come ancora presente nell'isola (Voous 1960; VAURIE 1965;
PETERSON et alii 1967; MAKATSCH 1974).

       In generale per il futuro, se si considerano la dinamica e la tendenza delle varie
popolazioni, si prospetta una situazione ancor più favorevole; effettivamente, ad esclu-
sione della Sardegna, ove l'abbandono di una località è dovuto a bonifiche ed inquina-
menti ed ove si registra un basso tasso di riproduzione (ScH!lNK 1976) e di alcune aree
del sud, la specie tende a colonizzare nuovi ambienti tranquilli e ad incrementare gli
effettivi in quelli già occupati.

       Purtroppo con la stessa facilità abbandona territori degradati e soggetti a notevoli

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