Page 18 - Brighetti1979
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alcune aree del paese ia specie appare in lento e progressivo declino; tale fatto trova
un più ampio riscontro anche in altre nazioni europee, ove vengono registrate fluttua-
zioni o sensibili decrementi (più evidenti in Belgio ed in Olanda) (LIPPENS e WILLE
1972; VAN HERP e DEKKER 1966 in CRAMP e S!MMONS 1977).

       Tra le cause apparenti un posto di rilievo occupano le degradazioni, le trasforma-
zioni e gli avvelenamenti ambientali; sempre crescenti ed intollerabili risultano altresì
i disturbi provocati dal turismo e dalla navigazione a motore, in particolare sui piccoli
bacini lacustri. L'esercizio venatorio influisce in modo negativo solo indirettamente,
sotto forma di un disturbo a volte notevole (soprattutto sui contingenti migranti e
svernanti).

       Le improvvise variazioni del livello delle acque producono spesso danni rilevanti
alle covate ed i pullus posseggono numerosi nemici aerei, terrestri ed anche acquatici
(ad es. il Luccio Esox lucius) ; recentemente è stato segnalato un caso di predazione
anche da parte del Gabbiano reale (Larus argentatus) (GERoUDET 1978 C).

       D'altro canto nei luoghi tranquilli e protetti la specie si dimostra molto confidente
e poco esigente nella nidificazione; di recente sono stati trovati nidi nel porto di Ginevra
(Svizzera), tra le imbarcazioni ormeggiate (REVERDIN e GERoUDET 1978).

       La sparizione della specie come nidificante dall'Isola d'Elba è da datarsi approssima-
tivamente per i primi decenni di questo secolo ed è imputabile alla distruzione dell'am-
biente (ARRIGoNI e DAMIANI 1911-12). Nel complesso la situazione dell'intero paese,
con esclusione di alcune vaste aree del sud, del centro (versante Adriatico) e della
Sicilia, può dirsi ancora soddisfacente; non sono note stime o censimenti di carattere
generale; le poche indicazioni pubblicate riguardano singole località o risultano piut-
tosto generiche.

      MOVIMENTI. Parzialmente migratore, compie passi regolari da settembre a metà

novembre (fine luglio-dicembre) e da marzo a metà aprile (fine febbraio-inizi marzo).
       Localmente invernale, soprattutto nei luoghi adatti delle regioni centrali, meridio-

nali e delle isole maggiori (Sicilia e localmente Sardegna e Corsica).

       Al termine dell'estate buona parte della popolazione della Valle Padana si porta
verso sud a seguito di dispersioni giovanili ed erratismi; meno sensibili risultano tali
movimenti nella fascia costiera nord-orientale. Le scarse presenze invernali al nord sono
alimentate in buona misura da contingenti nordici in spostamento verso sud, alla ricer-
ca di territori più favorevoli; una parte non trascurabile di essi vi compie comunque
solo brevi soste, in attesa di riprendere la migrazione (spesso sollecitata da persistenti
gelate) (BRICHETTI ined.). Una singolare concentrazione invernale di circa 50 individui
viene segnalata per un laghetto del Bellunese (Veneto) (CovA et alii 1977).

       Per la Sardegna un recente censimento invernale (1971-72) negli stagni e nei laghi,
ha rilevato complessivamente una popolazione svernante di circa 150 individui, con
interessanti raggruppamenti di 50-60 in due località dell'Oristanese e del Cagliaritano
(Mocci DEMARTIS 1974 a). In uno stagno di quest'ultima zona è emerso che buona
parte della popolazione nidificante (adulti e giovani) in ottobre lascia la zona per portarsi
presumibihnente più a sud; in novembre gli effettivi aumentano per l'arrivo di
migranti, che vi sostano momentaneamente prima di muoversi nuovamente verso quartieri
più meridionali od altri stagni dell'isola (MocCI DEMARTJS 1974 b).

       N el paese generalmente le presenze invernali riguardano individui isolati od in
gruppetti di una decina e ciò lascia supporre che esso non rappresenti per la specie
uno dei quartieri di svernamento più importanti; interessanti concentrazioni sono state
recentemente segnalate per il Lazio (fino a 50 individui) e soprattutto per la Puglia
(oltre 80 individui) (DI CARLo e HEINZE 1976; ALLAVENA e MATARRESE 1978). Duran-
te la migrazione, gli erratismi e le soste invernali vengono segnalati individui con rego-
larità sia lungo le coste marine che sui bacini lacustri montani, fin oltre i l 000 mslm
e sporadicamente anche molto più in alto, in Trentino (1926 mslm) (MoLToNI 1965)
e Valle d'Aosta (2473 e 2085 mslm) (PoNCY 1920; MoLToNI 1943).

       Usuali le presenze anche nei !aghetti dei parchi di alcune città (Parma, Roma,

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