Page 13 - Lista_Rossa_Flora_Italiana_2013
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                              1.1 La ricchezza floristica italiana nel contesto mediterraneo e globale

                              La distribuzione della diversità vegetale a livello globale presenta dei picchi in aree ben circoscritte, note
                              come global biodiversity hotspot (Myers et al. 2000; Mittermeier et al. 2005), che presentano elevati numeri
                              di specie e un’alta frequenza di piante endemiche (entità esclusive di un dato territorio); tuttavia, a questa
                              eccezionale concentrazione di taxa spesso si associano forti pressioni e minacce antropiche a carico dei
                              sistemi naturali. Gli hotspot sono quindi aree chiave per la conservazione della biodiversità a scala mon-
                              diale, in quanto eventuali processi di estinzione in questi territori hanno molte probabilità di comportare
                              un’erosione significativa della diversità biologica globale. Grazie ad una ricchezza floristica stimata di cir-
                              ca 24.000 entità (di cui oltre il 60% endemiche), distribuite su una superficie totale inferiore ai 2,5 milioni
                                                di km , il bacino del Mediterraneo assume una posizione di rilievo tra le regioni
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                                                riconosciute come global biodiversity hotspot (Thompson 2005). In tale contesto va
                                                inquadrata l’importanza della flora italiana, forte di una elevata diversità cui con-
                                                tribuiscono oltre 7.000 taxa (Conti et al. 2005) e di un tasso di endemismo generale
                                                superiore al 13%, ma che in alcune regioni italiane supera nettamente la soglia del
                                                20% della flora locale (Scoppola e Blasi 2005). Tale patrimonio biologico è in gran
                                                parte frutto degli eventi storici che hanno interessato quest’area e dell’eccezionale
                                                eterogeneità del territorio, in cui l’estrema variabilità di fattori orografici, geologici,
                                                paleogeografici, pedologici e climatici contribuisce a creare i presupposti ecologici
                                                per esprimere, anche su scale spaziali ridotte, una straordinaria diversificazione di
                                                habitat e comunità vegetali (Blasi 2010). In Italia vengono, infatti, identificate tre
                                                regioni biogeografiche: Mediterranea (prevalente), Continentale e Alpina, ciascuna
                                                di queste caratterizzata da un proprio peculiare contingente floristico.
            Abies nebrodensis è   Negli ultimi decenni il territorio italiano è stato soggetto a profondi mutamenti di uso, che rispecchiano
           una delle molte specie   le dinamiche socio-economiche (Falcucci et al. 2007) che si sono susseguite in questo periodo. Mentre il
       endemiche minacciate (CR)
         presenti in Italia. Foto G.   crescente consumo di suolo da parte dell’uomo sta favorendo la riduzione di habitat naturali soprattutto
                     Domina.  in aree costiere e planiziali, lo spopolamento dei territori montani negli ultimi cinquanta anni ha deter-
                              minato i presupposti per una rapida espansione delle formazioni vegetali forestali; ciò è avvenuto a sca-
                              pito di habitat aperti, la cui presenza e persistenza è legata alle pratiche tradizionali di utilizzo del suolo
                              da parte dell’uomo (Blondel 2006); tali habitat, floristicamente molto ricchi, sono in gran parte inclusi
                              nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva “Habitat”). In entrambi i casi quindi, ci si attende che le
                              trasformazioni in atto producano effetti negativi sulla conservazione della biodiversità a livello nazionale.
                              Tali fenomeni rendono pressanti le esigenze di tutela dell’ingente patrimonio floristico italiano, a fronte
                              anche delle recenti rivisitazioni sull’argomento che stimano in oltre 1.000 entità il contingente di specie
                              vegetali italiane di particolare rilevanza per la conservazione (Scoppola e Spampinato 2005). Consenten-
                              do la definizione di un sistema integrato di aree vocate alla conservazione della biodiversità nell’ambito
                              della Rete Natura 2000, il recepimento della Direttiva Europea “Habitat” ha senz’altro rappresentato un
                              notevole passo in avanti per la conservazione della flora italiana di pregio. Più recentemente, l’adozione
                              della Strategia Nazionale per la Conservazione della Biodiversità (MATTM 2010) ha permesso un signifi-
                              cativo ampliamento del ventaglio di azioni focalizzate alla conservazione della biodiversità, raccordando-
                              si a linee guida ed obiettivi perseguiti dai più ampi programmi di conservazione quali la European Strategy
                              for Plant Conservation (ESPC) e la Global Strategy for Plant Conservation (GSPC), divulgati a vari livelli (Ma-
                              rignani et al. 2012; GSPC 2010).
                              Nell’ambito della Strategia Nazionale per la Conservazione della Biodiversità si inquadra anche il recente
        Tra le specie inserite nella   mandato del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) alla Società Bota-
            European Red List of
        vascular Plants e presenti   nica Italiana (SBI) in merito allo sviluppo di un progetto intitolato “Monitoraggio dello stato di conserva-
      in Italia vi è Aquilegia alpina,   zione degli habitat e valutazione nazionale della categoria di rischio di estinzione per circa 300 specie ve-
           valutata come a minor
        rischio (LC). Foto T. Abeli.  getali di interesse conservazionistico e di ambienti/habitat particolarmente minacciati”. Questo progetto,
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