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12 LISTA ROSSA DELLA FLORA ITALIANA
1.1 La ricchezza floristica italiana nel contesto mediterraneo e globale
La distribuzione della diversità vegetale a livello globale presenta dei picchi in aree ben circoscritte, note
come global biodiversity hotspot (Myers et al. 2000; Mittermeier et al. 2005), che presentano elevati numeri
di specie e un’alta frequenza di piante endemiche (entità esclusive di un dato territorio); tuttavia, a questa
eccezionale concentrazione di taxa spesso si associano forti pressioni e minacce antropiche a carico dei
sistemi naturali. Gli hotspot sono quindi aree chiave per la conservazione della biodiversità a scala mon-
diale, in quanto eventuali processi di estinzione in questi territori hanno molte probabilità di comportare
un’erosione significativa della diversità biologica globale. Grazie ad una ricchezza floristica stimata di cir-
ca 24.000 entità (di cui oltre il 60% endemiche), distribuite su una superficie totale inferiore ai 2,5 milioni
di km , il bacino del Mediterraneo assume una posizione di rilievo tra le regioni
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riconosciute come global biodiversity hotspot (Thompson 2005). In tale contesto va
inquadrata l’importanza della flora italiana, forte di una elevata diversità cui con-
tribuiscono oltre 7.000 taxa (Conti et al. 2005) e di un tasso di endemismo generale
superiore al 13%, ma che in alcune regioni italiane supera nettamente la soglia del
20% della flora locale (Scoppola e Blasi 2005). Tale patrimonio biologico è in gran
parte frutto degli eventi storici che hanno interessato quest’area e dell’eccezionale
eterogeneità del territorio, in cui l’estrema variabilità di fattori orografici, geologici,
paleogeografici, pedologici e climatici contribuisce a creare i presupposti ecologici
per esprimere, anche su scale spaziali ridotte, una straordinaria diversificazione di
habitat e comunità vegetali (Blasi 2010). In Italia vengono, infatti, identificate tre
regioni biogeografiche: Mediterranea (prevalente), Continentale e Alpina, ciascuna
di queste caratterizzata da un proprio peculiare contingente floristico.
Abies nebrodensis è Negli ultimi decenni il territorio italiano è stato soggetto a profondi mutamenti di uso, che rispecchiano
una delle molte specie le dinamiche socio-economiche (Falcucci et al. 2007) che si sono susseguite in questo periodo. Mentre il
endemiche minacciate (CR)
presenti in Italia. Foto G. crescente consumo di suolo da parte dell’uomo sta favorendo la riduzione di habitat naturali soprattutto
Domina. in aree costiere e planiziali, lo spopolamento dei territori montani negli ultimi cinquanta anni ha deter-
minato i presupposti per una rapida espansione delle formazioni vegetali forestali; ciò è avvenuto a sca-
pito di habitat aperti, la cui presenza e persistenza è legata alle pratiche tradizionali di utilizzo del suolo
da parte dell’uomo (Blondel 2006); tali habitat, floristicamente molto ricchi, sono in gran parte inclusi
nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva “Habitat”). In entrambi i casi quindi, ci si attende che le
trasformazioni in atto producano effetti negativi sulla conservazione della biodiversità a livello nazionale.
Tali fenomeni rendono pressanti le esigenze di tutela dell’ingente patrimonio floristico italiano, a fronte
anche delle recenti rivisitazioni sull’argomento che stimano in oltre 1.000 entità il contingente di specie
vegetali italiane di particolare rilevanza per la conservazione (Scoppola e Spampinato 2005). Consenten-
do la definizione di un sistema integrato di aree vocate alla conservazione della biodiversità nell’ambito
della Rete Natura 2000, il recepimento della Direttiva Europea “Habitat” ha senz’altro rappresentato un
notevole passo in avanti per la conservazione della flora italiana di pregio. Più recentemente, l’adozione
della Strategia Nazionale per la Conservazione della Biodiversità (MATTM 2010) ha permesso un signifi-
cativo ampliamento del ventaglio di azioni focalizzate alla conservazione della biodiversità, raccordando-
si a linee guida ed obiettivi perseguiti dai più ampi programmi di conservazione quali la European Strategy
for Plant Conservation (ESPC) e la Global Strategy for Plant Conservation (GSPC), divulgati a vari livelli (Ma-
rignani et al. 2012; GSPC 2010).
Nell’ambito della Strategia Nazionale per la Conservazione della Biodiversità si inquadra anche il recente
Tra le specie inserite nella mandato del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) alla Società Bota-
European Red List of
vascular Plants e presenti nica Italiana (SBI) in merito allo sviluppo di un progetto intitolato “Monitoraggio dello stato di conserva-
in Italia vi è Aquilegia alpina, zione degli habitat e valutazione nazionale della categoria di rischio di estinzione per circa 300 specie ve-
valutata come a minor
rischio (LC). Foto T. Abeli. getali di interesse conservazionistico e di ambienti/habitat particolarmente minacciati”. Questo progetto,