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mare antistante Cala Rossa, la flotta cartaginese fu intercettata da quella romana e distrutta: finiva così la
            prima guerra punica, con la pace conclusa nel 241 a.C. Anche nella seconda guerra punica (219-201 a.C.) le
            acque di Favignana furono teatro di diverse battaglie e restò celebre l'insenatura di Cala Rossa per il ricovero
            offerto alle navi romane.

                 Distrutta Cartagine, la Sicilia divenne provincia romana e venne oppressa e sfruttata dai pretori che si
            succedettero, in special modo da Licinio Verre, contro il quale Cicerone, allora questore in Sicilia, fece
            diverse orazioni in Senato. Durante l'impero romano, e sotto la dominazione di imperatori tiranni, Favignana
            vide nascere le sue prime carceri, costituite da un sistema di caverne, in quanto a quell’epoca non esisteva
            alcun fabbricato nell’isola: i pochi abitanti vivevano nelle grotte come uomini primitivi.

                 Alla caduta dell'impero romano, alla venuta dei Vandali, dei Goti e di tutti gli altri, seguì, nell'878, la
            venuta dei Saraceni , che si impadronirono dell'Isola con la presa e l'incendio di Siracusa. Il loro governo
            dispotico e la cupidigia degli emiri che la governarono, condusse presto la Sicilia in miseria. A Favignana, in
            relazione ai ruderi presenti sul territorio, si ritiene che nella zona della Torretta doveva trovarsi una torre
            Saracena, costruita per garantire l'isola da invasioni, e che allo stesso periodo debbano risalire le torri,
            trasformate in seguito in castelli, di S.Caterina e di S.Leonardo. Queste costituivano le difese dei Saraceni, e
            da esse ebbe origine lo stemma del comune di Favignana: tre torri sulla quale poggia un uccello rapace (il
            nemico). I Saraceni furono completamente scacciati dalla Sicilia nel 1090 per opera dei Normanni.

                 I Normanni (uomini del nord) assoggettarono la Sicilia diffondendovi il feudalesimo. A Favignana, di tale
            dominazione non si ha alcuna traccia.
            Ruggero, Re dei Normanni, fece trasformare due delle tre torri in fortezze (S.Caterina e S.Leonardo). Fece
            costruire pure la fortezza di S.Giacomo e non ebbe cura della Torretta ritenendo l’isola ben difesa. I
            Normanni regnarono in Sicilia per 134 anni.

                 Gli Svevi regnarono in Sicilia dal 1195 fino al 1268, anno in cui l'ultimo rampollo (Corradino di Svevia) fu
            decapitato in Piazza del Mercato (oggi Carmine) a Napoli.

                 Cessato il dominio svevo, il regno fu conquistato dagli Angioini. Il regno di Carlo d’Angiò non fu che una
            continua espoliazione per parte dei ferocissimi soldati provenzali, mandati in Sicilia al comando di baroni
            francesi. L’isola era abbandonata all’arbitrio dei suoi governanti che l’oppressero con tasse e balzelli. Il modo
            licenzioso col quale i francesi trattavano le nostre donne, irritava sempre di più, ed era desiderata e cercata
            un’occasione per farla finita. In uno scoglio di Trapani, detto "del mal consiglio", si riunirono, dopo accordi
            segreti, il trapanese Palmerio Abate, signore di Favignana e di Carini, Giovanni da Procida, Alaimo da Lentini,
            signore di Ficarra, Gualtiero da Caltagirone ed altri pochi magnati dell'Isola, per escogitare il sistema per
            abbattere il governo angioino e offrire la corona a Pietro III, re di Aragona. Il 31 marzo 1282 avvennero i
            Vespri Siciliani. Palmerio Abate, signore di Favignana, ricevette la signoria di Favignana dalla casa Sveva, alla
            quale era molto affezionato, e mal sopportava il dominio degli Angioini; per tale motivo fu tra i primi a
            cospirare contro di loro.

                 Passato il regno nelle mani di Pietro d'Aragona, Palmerio Abate ebbe confermata la signoria di
            Favignana.Gli succedettero i fratelli Nicolò e Riccardo Abate. Questi ebbero concessa, unitamente al dominio
            di Favignana, la facoltà di fornire l'isola di due tonnare, chiamando l'una di S.Leonardo e l'altra di S.Nicolò.
            Tutti i diritti sull'isola andarono perduti con la confisca del 1397, e Favignana, incamerata prima nel demanio
            della Regia Curia, passò poi con tutte le sue pertinenze sotto la signoria di Aloisio de Carissimo da Trapani.
            Dal 1416 la Sicilia cominciò ad essere governata dai viceré spagnoli. Da allora l’isola venne travagliata da
            insurrezioni, patiboli, prigionie e ruberie dovute al malgoverno. La Sicilia, inoltre, in questo periodo ebbe
            molto a soffrire per la pirateria dei Mori.

                 Per combattere le scorrerie dei corsari, venne dato ordine di costruire delle torri di guardia e dei castelli
            in vicinanza delle spiagge. A Favignana Andrea Riccio verso il 1498 rifece a nuovo i castelli di S.Caterina e di
            S.Giacomo. Nel 1516 Ugone di Moncada, già viceré in Sicilia, al comando di un’armata navale destinata ad
            arginare le continue scorrerie dei corsari d’Africa, dopo un’aspra battaglia contro la flotta turca fu sorpreso
            da una forte tempesta e si rifugiò, con più di 14.000 uomini, a Favignana compiendovi gravi saccheggi.

                 Nel 1590 Favignana veniva assegnata da Filippo II ai baroni Filingeri.
            Verso la metà del XVII secolo l'isola apparteneva a Giacomo Brignoni genovese, e infine la Regia Corte sotto
            il governo di Filippo III la vendette, l'11 aprile 1640, insieme a Marettimo e Levanzo con le tonnare e la

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