Page 1 - LucaP_2005
P. 1

Relativamente a flora e vegetazione marina, appare di grandissima importanza la Prateria a Posidonia
            oceanica; tale fanerogama, endemica del Mediterraneo, mantiene la stabilità degli equilibri litorali e quindi
            protegge le coste dall'erosione.
            La vegetazione naturale è rappresentata da notevoli estensioni di macchia alta (2-4 m) a dominanza di
            Juniperus phoenicea, con Pistacia lentiscus e Olea europaea var. sylvestris. Sono presenti inoltre formazioni
            di macchia bassa a dominanza di Erica multiflora, Rosmarinus officinalis, Cistus incanus e C. monspeliensis, e
            lembi relitti di lecceta. Lungo la cintura costiera si ritrovano cenosi rupicole ed alofile, che ospitano
            l'endemismo Limonium planasiae; la vegetazione dunale è presente su superfici limitatissime. Nell'interno
            sono presenti inoltre alcuni rimboschimenti, soprattutto di Pinus halepensis.

            Le specie nidificanti in modo regolare sono 40-43, altre 4-8 sembrano irregolari. Fra i nidificanti sono molto
            abbondanti Sylvia melanocephala e Muscicapa striata, mentre sono scarse o scarsissime, rispetto alla
            notevole disponibilità di habitat apparentemente idonei, S. undata, S. sarda e S. cantillans. Da sottolineare la
            presenza di consistenti popolazioni di specie legate agli ambienti agro-pastorali: Falco tinnunculus, Alectoris
            rufa, (abbondantissima popolazione introdotta), Upupa epops, Streptopelia turtur, Calandrella brachydactyla,
            Lanius collurio, Miliaria calandra. Fra le specie legate alle falesie indisturbate, da citare Falco peregrinus
            (almeno 4 coppie nidificanti), Columba livia (forma selvatica: comune fino al 1997 ma oggi quasi estinto),
            Apus pallidus e Monticola solitarius. Fra gli uccelli marini nidificanti da segnalare Calonectris diomedea (40-
            80 cp), Phalacrocorax aristotelis (3-4 cp), Larus audouinii (prima nidificazione accertata nel 2000).



            ARCIPELAGO DELLE EGADI


            Arriviamo sotto vela nella rada antistante il porto di Favignana. Forse proprio dove Omero, nell’odissea, fa
            approdare Ulisse, dando una descrizione dei luoghi che la somiglianza con l’isola come ci appare è totale.
            L’Arcipelago comprende le isole di Favignana, Levanzo e Marettimo e gli isolotti di Maraone e Formica e vi
            arriviamo dopo una breve veleggiata dalla costa occidentale della Sicilia.


                 La storia delle Egadi

            Gli storici ritengono che i primi abitatori della Sicilia furono i Feaci (marinai) e i Lestrìgoni (agricoltori) venuti
            dall'Epiro via mare. Essi abitarono a Favignana probabilmente in caverne delle quali si ha traccia in
            prossimità di S. Nicola. I Sicani approdarono in Sicilia verso il 1200 a.C., e la loro venuta fece cambiare la
            denominazione dell'Isola da Trinacria in Sicania e poi in Sicilia con la venuta dei Siculi dalla valle del Tevere.

                 La leggenda narra che in quel periodo Ercole Tebano fondò nella valle del Lilibeo la città di Mozia ove
            lasciò una colonia Fenicia che, si crede, presero dimora anche a Favignana (Katria). Molti anni dopo
            l'invasione del Siculi, l'isola venne occupata dai corsari di Cuma, ladri di mare; furono questi i primi Greci che
            posero piede in Sicilia e ne impedirono la venuta di altri popoli. Gli ateniesi nel 415 a.C. mandarono una
            poderosa flotta in Sicilia agli ordini di Nicio di Lamaco non tanto per proteggere Segesta contro le
            aggressioni di Selinunte e Siracusa, ma per la speranza di conquistare l'intera Isola. Combatterono anche
            contro i Cumani, ma affinché la Sicilia non venisse sottoposta ad una dominazione prepotente, i siciliani
            chiesero il soccorso dei Cartaginesi.

                 I Cartaginesi, verso il 400 a.C., cominciarono l'invasione della Sicilia, portandola a termine, fatta
            eccezione di Siracusa e Messina, capisaldi difesi dai Mamertini. E’ probabile che i Cartaginesi abbiano
            formato anche una piccola colonia a Favignana, poiché essa, con Mozia, costituiva una specie di avamposto
            della Sicilia. La disfatta dei Cartaginesi nella prima guerra punica (264-241 a.C.) segnò la storia di Favignana.
            Nel 250 a.C. il Senato cartaginese, all'avviso dell'assedio del Lilibeo da parte dei Consoli Regolo e Vulso e gli
            sforzi del capitano Imileone per impedire ai romani l'ingresso in città, inviò in aiuto uomini e frumento a
            mezzo di cinquanta navi al comando di Annibale. Questi diresse la flotta a Favignana e giuntovi a vele
            spiegate forzò il blocco del nemico che assediava il Lilibeo. Nel 246 a.C. la flotta cartaginese, comandata da
            Annone, era appostata presso l'isola di Hiera (Marettimo) per approfittare del vento e correre su Trapani per
            liberare l'esercito di Amilcare Barca bloccato sul monte Erice. In prossimità di Favignana, nello specchio di

                                                                                                          18
   1   2   3   4   5   6