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signoria del Mare dei Porci, per il prezzo di 500 mila scudi a Camillo Pallavicino.

                 Le isole Egadi, per privilegio del re Filippo III,il 22 marzo 1651 furono elette a Contea sotto il titolo di
            Favignana.
            Nel 1688 la casa regnante ritenne opportuno rivedere il contratto di vendita delle isole fatto ai Pallavicino,
            specialmente per conservare il diretto dominio dei castelli e delle fortezze di Favignana e Marettimo.
            A questi ultimi, infatti, attribuiva molta importanza per la difesa dell'isola, e nell'atto di transizione che ne
            seguì si riservò ogni diritto su di essi obbligando i Pallavicino a non fare concessioni enfiteutiche di terreni
            senza l'approvazione della Regia Corte. Questa clausola aveva per fine d'impedire che sorgessero fabbricati,
            antistanti il castello di S.Giacomo, che impedissero la visuale sul mare e la libera via ai tiri dei cannoni.

                 In conseguenza di tale intento, la nuova chiesa parrocchiale dell'Immacolata Concezione di Maria
            Vergine, attuale chiesa della Matrice, fu edificata all'angolo e non al centro della piazza. Essa fu costruita dai
            Pallavicino, dietro istigazione del re, perché l'antica parrocchia di S.Giacomo, all'interno del castello
            omonimo, non era più sufficiente dato l'accrescimento della popolazione. La chiesa, ultimata nel 1764, venne
            elevata a dignità di arcipretura. La dominazione degli spagnoli durò per più di quattro secoli lasciando molte
            tracce in tutta l'isola.

                 Nel 1735 l'infante Carlo di Borbone, per l'astuzia della genitrice Elisabetta Farnese, moglie di Filippo V,
            salì sul trono del Regno delle due Sicilie.

                 Nel 1858 furono rinchiusi nel castello di S.Caterina, Giovanni Nicotera con altri componenti della
            sfortunata spedizione di Sapri capitanata da Carlo Pisacane. Guglielmo Pepe, generale dei moti del 1820, fu
            imprigionato nella fossa di Marettimo.

                 Nel 1874 Vincenzo Florio prendeva possesso delle isole Egadi e dei loro mari acquistandole dal marchese
            Pallavicino Rusconi. Con tale acquisto non ebbe che la nuda proprietà di esse e delle tonnare, con esclusione
            dei castelli e dei terreni demaniali, essendo stati aboliti i diritti di feudo e le investiture prima consentite. I
            fabbricati a Favignana cominciarono a sorgere con le concessioni enfiteutiche dei Pallavicino prima, e dei
            Florio dopo, e si svilupparono nel rione di S.Anna.
                 L'uomo ha fatto la sua comparsa nelle Egadi nel paleolitico superiore, come dimostrano i reperti
            archeologici ritrovati ed i graffiti presenti nelle grotte delle isole. In quell'epoca (10.000 a.C.) l'intero
            arcipelago era un tutt'uno con la costa sicula: Levanzo doveva essere unita a Favignana da uno stretto ponte
            di terra che si protendeva dall'attuale Cala Dogana verso la zona di S.Nicola. Il più antico insediamento
            preistorico di Favignana è quello di cui si sono trovate tracce presso le grotte delle Uccerie nei pressi del
            Faraglione e nella grotta del Pozzo in zona S.Nicola. Di avanzato senso artistico i graffiti di un equinide e
            quello di un cerbiatto, incisi con bulini di selce sulla nuda roccia, nella grotta del Genovese a Levanzo. Nella
            stessa grotta, ma sicuramente di epoca più recente (neolitico), sono dipinti animali domestici e tonni.
            Schegge di selce, di ossidiana, frammenti di ossa lavorate, conchiglie, ritrovate a Favignana e in tutte le
            Egadi, dimostrano l'uso della pietra per la costruzione di pugnali, punte di frecce e arnesi domestici. Sono
            stati riportati alla luce frammenti d'argilla grezza, depurata e ben cotta, colorati a vernice nera e rossa, a
            testimonianza di insediamenti umani nell'età del bronzo. Sono state inoltre scoperte in località Torretta
            tombe di tipo preistorico e segni geroglifici in una grotta presso Cala S.Nicola.

                 La presenza fenicia nelle isole è testimoniata dalle tracce di una necropoli scoperta in zona S.Nicola,
            risalente all'VIII secolo a.C., e dal ritrovamento marino di un'ancora di pietra ovale e da una raffigurazione in
            una grotta di una nave con invocazione fenicia a Samek (Iside).

                 In località Calazza, nella parte Nord-Est di Favignana, gli scavi archeologici hanno permesso di scoprire
            due tombe d'età tardo-ellenistica, contenenti due scheletri e una lucerna d'argilla. Ed ancora un'intera
            necropoli ellenistica a loculi rettangolari è stata individuata presso Cala S.Nicola dove, nella grotta del Pozzo,
            nei pressi del cimitero, sono state individuate iscrizioni fenicio-puniche risalenti al I sec. a.C.

                 A Favignana sono scarsi i ricordi del periodo di dominazione romana. Sono venuti alla luce mosaici di
            origine imperiale romana ed un ninfèo adibito, probabilmente, a bagno delle donne presso S.Nicola.
            Marettimo fu senz'altro sede di un presidio romano. Nel pianoro denominato Case Romane vi sono i resti di
            un vasto edificio del II-I sec. a.C. dal quale si domina tutto il mare a levante dell'isola. A Sud-Est di
            Favignana sono stati riportati alla luce loculi di una necropoli. In prossimità del cimitero esiste, salvato nella
            roccia, un altarino con archetti pensili: tipica sepoltura cristiana del IV-V secolo anche se la grotta risulta

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