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Parte Terza: Ricerca 6. La migrazione dei rapaci in Italia
ve differenze tra individui appartenenti alla stessa specie. Da qualche anno ri-
cerche sulle possibili relazioni esistenti tra orientamento, navigazione e trasmis-
sione delle informazioni nei rapaci migranti vengono condotte proprio nell'area
del Mediterraneo centrale, dove l' effettuazione contemporanea di osservazioni
visive in diversi siti sta fornendo risultati interessanti. Recentemente, inoltre, al-
cune ricerche sono state effettuate utilizzando il rilevamento satellitare di rapaci Primavera/autunno FP. FdP 1000 Beaman e Galea. 1974;
ZaUes e Bildsteon 2000
di media e grossa taglia (Meyburg e Meyburg, 1996; Meyburg et al., 1995a, 1995b;
Kjellén, 1997). Probabilmente in futuro questo metodo consentirà la raccolta di 2 fnmavlautun .l FP, FdP, NB, AM lndeterminabìle Thiollay 19 75. 1977;
Dejonghe 1980; Agostino e
un'enorme mole di dati in questo campo di studio. Duche 1994; AgostJne er
al .• 1994b, c
3 Pnmaveralautunno > 2000; > 5000
6.5 La migrazione in Italia
Fino ad oggi sono stati individuati in tutto il mondo 106 siti nei quali, annual-
mente, transitano più dì 10.000 rapaci (lo Stretto di Messina in Italia, durante il
periodo primaverile); in 18 di essi vengono contati più di 100.000 uccelli (lo Stret-
to di Gibilterra in Europa), soltanto in due siti, Veracruz (Messico) ed Eilat (Israe-
le), transitano più di un milione di rapaci (Zalles e Bildstein, 2000). Nell'area del
Mediterraneo centrale, gli studi sulla migrazione dei rapaci sono stati effettuati Autunno FP. FdP. NB
prevalentemente negli ultimi tre decenni. In questo periodo sono stati localizza-
ti 16 siti in cui osservazioni sistematiche hanno evidenziato significative con-
centrazioni di individui migranti; di essi 14 si trovano in Italia, uno in Tunisia ed
uno nell'arcipelago maltese (Tab. 6.2; Fig. 6.1). Inoltre, recenti osservazioni han-
no evidenziato un significativo flusso di rapaci nel Friuli-Venezia Giulia (Preal-
pi Giulie; Borgo, in stampa), nel Trentina Alto Adige (Monte Bondone; Micheli e
Pedrini, 1997), in Lombardia (Cima Comér; Bertoli, in stampa); Valpredina; Bas-
si, in stampa; Pozzolengo; Gargioni, in stampa), Toscana (Isola di Pianosa; Pae-
sani e Politi, in stampa) e sull'Aspromonte (Guglielmi et al., in stampa). Sebbe-
ne, nella maggior parte dei casi, gli ornitologi abbiano effettuato quasi esclusi-
vamente un conteggio dei migranti, recenti studi hanno focalizzato l'attenzione Primavera/autunno FP, FdP, B > 30007. > 500
su aspetti etologici tentando di chiarire, per esempio, l'influenza delle condizio-
ni atmosferiche sulla tendenza dei rapaci ad attraversare superfici d'acqua, ed
Autunno FP, 8 >5000
aspetti concernenti il comportamento gregario, l'orientamento, la navigazione e
la trasmissione delle informazioni, soprattutto grazie al riconoscimento degli in-
dividui appartenenti alle differenti classi di età. Le specie maggiormente osser-
vate sono risultate il Falco pecchiaiolo, il Nibbio bruno, il Falco di palude, l'Al-
banella minore ed il Biancone. Con l'esclusione del Biancone, tutte queste specie
migrano prevalentemente attraversando il Mediterraneo Centrale. Non a caso, (fJ> ~ Falco pecthiado. FdP e falco di palude; NB • Uibt);o bruno. AM = Alb.lnellol tnltlOft: C • Capovacraoo; B • Biancone; SP = S~
tra gli Accipitriformi nidificanti in Europa e svernanti nell'Africa sub-sahariana, rw. GH • Ghoppio; FC • falco CUCJJio).
queste risultano essere le specie che presentano un aspetto maggiormente slan-
ciato (Forsman, 1999), caratteristica che, come precedentemente detto, le rende
6.5. 1 Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus)
particolarmente adatte ad attraversare superfici marine tanto vaste come il Me-
diterraneo centrale (Cramp e Simmons, 1980). Ritengo utile, per fornire un qua- Migratore totale, sverna prevalentemente nell'Africa centro-occidentale (Cramp
dro più chiaro possibile delle conoscenze attuali sulla migrazione dei rapaci in e Simmons, 1980). Durante il periodo primaverile migliaia di individui rag-
Italia e sul Mediterraneo centrale, trattare i risultati di questi studi specie per giungono le coste occidentali della Sicilia dalla penisola tunisina di Ca p Bon., di-
specie. stante circa 150 km, con il picco durante la prima metà di maggio. Differente-
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