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Parte Terza: Ricerca 6. la migraz1one deì rapaci in Italia
(Agostini et al., 1994c). Abbandonata la costa tunisina, un consistente numero di
uccelli transita sull'isola di Marettimo (Agostini e Logozzo, 1998). Dalla Sicilia
occidentale, alcune centinaia di individui raggiungono le coste tirreniche della
penisola attraverso l'isola di Ustica (circa 1000 osservati tra la fine di aprile e la
prima metà di maggio 2001; Agostini e Panuccio, oss. pers.). Pochì Falchì pec-
chìaioli raggiungono la Sicilia meridionale dalle coste libiche, distanti circa 450
km, concentrandosi sull'isola di Malta (Beaman e Galea, 1974). I maggiori con-
tingenti, tuttavia, seguono le catene montuose della Sicilia settentrionale e giun-
gono sullo Stretto di Messina, dove è stata osservata la maggiore concentrazione
di individui con significative variazioni stagionali nei conteggi; durante osser-
vazioni effettuate tra il1989 ed il2000 un massimo di circa 27.000 individui è sta-
to rilevato nel2000, ma soltanto 4500 nel1991 (Giordano et al.,1998; Zalles e Bild-
stein, 2000; Corso, 2001). Lungo il versante calabrese dello Stretto, il maggior
flusso migratorio viene segnalato tra Reggio Calabria e Scilla con venti prove-
nienti dai quadranti settentrionali (Agostini, 1992). Superato lo Stretto di Messi-
na, i Falchì pecchìaioli tendono a seguire la dorsale appenninica e solo pochì in-
dividui deviano verso NE attraversando il Mar Ionio e forse il Canale d'Otranto
(Gustin, 1989); in quest'area, tuttavia, la maggior parte dei rapaci sembra migra-
re verso NW. Inoltre, alcune centinaia di individui si concentrano sul promonto-
rio del Conero e lungo le pendici del Monte S. Bartolo, ma non è chiaro se e quan-
ti di questi rapaci attraversino il Mar Adriatico per raggiungere le coste della ex
Iugoslavia (Borioni, 1993; Giustin el al., in stampa; Pandolfi e Sonet, 2001). Sem-
bra evidente che, eccetto gli individui nidificanti nell'Italia centrale, la quasi to-
talità degli uccelli che attraversano il Mediterraneo centrale raggiungano l'Italia
settentrionale per poi dirigersi verso i territori di nidificazione dell'Europa cen-
tro-orientale. Un significativo flusso migratorio interessa anche l'Appennino Li-
gure (Arenzano) dove un massimo di 2839 ~dividui è stato rilevato nel1990 (Ba-
ghino e Leugio, 1989, 1990; Baghìno, 1996). E probabile che tale flusso sia in cor-
relazione con i movimenti attraverso lo Stretto di Gibilterra.
Durante la migrazione autunnale un intenso passaggio di Falchi pecchiaioli, vie-
ne segnalato nell'Italia settentrionale. In particolare, nelle Prealpi Venete, più di
5000 individui vengono osservati ogni anno lungo i Colli Asolani (MezzaviUa et
al., 1998; 1999, in stampa), mentre in Piemonte un analogo flusso migratorio vie-
ne segnalato nelle valli Stura e Vermenagna (Alpi Marittime); inoltre, in questa
Fig. 6.1 - l.Dcaliunzione dei 16 sit1 prtsenti nell'artJJ del MedittmJnto c:tntrale. regione, è stata individuata una rotta secondaria lungo le pendici del Monte
Ciarrn (30 km NW di Torino; Reteuna 1994, Toffoli e Bellone, 1996). D picco si ve-
rifica tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, con pochissimi individui osser-
mente da quanto sostenuto da ThioUay (1975), in quest'area il fronte migratorio vati dopo la prima decade del mese. In questo periodo migrano gli adulti ed è
è molto ampio e non concentrato lungo i due chilometri di costa prospicienti il probabile che i Falchi pecchiaioli osservati in quest'area attraversino il Mediter-
promontorio situato nell'estremità settentrionale della penisola tunisina (Agosti- raneo concentrandosi sullo Stretto di Gibilterra. Per quel che riguarda l'Italia me-
Ili et al., 1994c). I Falchi pecchi'aioli tendono ad intraprendere la traversata del Ca- ridionale, nell' Apperuùno calabrese centinaia di Falchi pecchiaioli si concentrano
nale di Sicilia in presenza di venti laterali deboli, probabilmente per minimizza- lungo le pendici dei Monti Covello e Contessa, nel punto in cui è minima la di-
re l'effetto deriva, mentre venti provenienti dai quadranti sud-occidentali sem- stanza tra il litorale jonico e quello tirrenico (appena 30 km). In quest'area le os-
brano bloccare il flusso migratorio (Agostini et al., 1994b). Anche il comporta- servazioni sono state effettuate tra il1992 ed il1996 con un massimo di 1544 in-
mento gregario influenza i rapaci in questa fase della migrazione poiché essi ten- dividui contati nel 1994 (Agostini e Logozzo, 1995a, 1995b, 1997). I Falchi pec-
dono ad attraversare l'ampio braccio di mare se migranti in gruppi numerosi chiaioli migranti lungo la dorsale appenninica sembrano in grado di compensa-
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