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2.4.3.2 SCARICHI IDRICI
Inquadramento
Fra le problematiche ambientali riguardanti l’acqua, gli scarichi idrici prodotti dalle
attività umane rappresentano un impatto rilevante sullo stato dell’ambiente.
La disciplina nazionale e regionale degli scarichi idrici ha lo scopo di tutelare la qualità
della risorsa idrica attraverso la riduzione degli inquinanti emessi da queste fonti.
Le norme predisposte dagli Enti competenti trovano riscontro nelle caratteristiche
degli scarichi, in ottemperanza agli obblighi sul trattamento e sui limiti di emissione
del refluo.
Dal 1976 ad oggi si sono succedute norme e conoscenze tecnologiche atte a limitare e
contrastare l’impatto ambientale che le acque reflue possono determinare nelle acque
superficiali, essendo quest’ultime il corpo
idrico ricettore destinato a riceverle. In questi anni la normativa si è evoluta, fissando
limiti allo scarico sempre più stringenti ed articolati in funzione delle quantità di reflui
che vengono prodotti e della capacità autodepurativa del corpo idrico che li riceve.
Parallelamente, le conoscenze tecniche, indotte da una normativa più attenta alla
tutela dell’ambiente, hanno sviluppato soluzioni tecnologiche più idonee ed efficienti.
Al momento il quadro normativo vive una fase transitoria, poiché dal 29/04/2006 è
entrato in vigore il d.lgs 152/06 “Norme in materia ambientale”. In questo ambito la
legge apporta modifiche prevalentemente riconducibili al fronte amministrativo; la
previgente disposizione di riferimento è il d.lgs 152/99 (modificato dal d.lgs 258/00 e
altri provvedimenti successivi).
Il il decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 recepisce la Direttiva 2000/60/CE che
impone per gli scarichi di tutti gli agglomerati urbani un trattamento depurativo, la cui
tipologia e il relativo livello di idoneità sono stabiliti in base alla dimensione
dell’agglomerato e al rispetto di limiti allo scarico dettati dal diverso grado di
sensibilità ambientale del corpo idrico ricettore.
In sostanza l’azione promossa in sede comunitaria ha inteso promuovere innanzitutto
il completamento delle reti fognarie e del sistema depurativo laddove ancora non
realizzati, ma anche l’adeguamento tecnologico e funzionale a standard superiori e
coerenti con i nuovi limiti allo scarico, il tutto nell’intento di tutelare le acque
salvaguardandone lo stato ambientale e favorendone i processi di risanamento.
Il quadro di riferimento
La Regione Sicilia dispone di un PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO
DELLA SICILIA (di cui all'art. 117 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n° 152) del
Marzo 2010 - D.A. n.5172 del 01/02/1996 e nota n. 987 del 28/07/2004 che, con
riferimento alle isole Egadi, individua i seguenti bacini:
N° CODICE DENOMINAZIONE SUPERFICIE
2
[Km ]
111 R 19 111 Isola di LEVANZO 5,832
112 R 19 112 Isola di FAVIGNANA 19,907
113 R 19 113 Isola di MARETTIMO 12,148
A seguito del suddetto documento non risulta, allo stato, che siano stati adottati
programmi e piani gestione più dettagliati per i bacini delle Egadi.
Analisi Ambientale del Distretto turistico delle Isole Egadi