Page 45 - ValutazioneRiservaIsoleEgadiVASTA-EGADI
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paesaggistico, immaginando che a paesaggi spettacolari della terraferma
corrispondessero paesaggi altrettanto spettacolari sott’acqua.
Dai primi risultati si può, quindi, ipotizzare una maggiore facilità di gestione
adattativa4 dell’area protetta, in quanto non esistono dei punti nei quali la
biodiversità bentonica sia particolarmente concentrata (Figg. 3.2.33-3.2.35) .
La diffusione della diversità su popolamenti omogenei permette, quindi, una
ridistribuzione delle attività ad impatto medio (come la pesca artigianale con
tremagli o nasse) su grandi aree, limitando il danno alle componenti
bentoniche.
Questo dato, però, va valutato considerando l’elevata scala di
osservazione alla quale sono stati condotti gli studi: è un livello di biodiversità
molto “grossolano” che non deve essere considerato in maniera assoluta
senza aver prima ponderato l’importanza a grande scala degli altri sistemi
(prateria di Posidonia oceanica, popolamenti del mesolitorale e della frangia
infralitorale superiore, popolamenti di grotta e del coralligeno) che potrebbero
presentare degli andamenti diversi.
Va, d’altra parte, specificato che le tre carte prodotte non devono essere
viste come delle carte bionomiche, che mancano ancora nel patrimonio di
conoscenze dell’area marina protetta, ma come delle semplici carte
indicative di una distribuzione osservata in un numero di siti congruente con
la scala scelta per il progetto.
È importante, inoltre, l’osservazione che le specie che rientrano nelle liste
protette dalle legislazioni nazionali ed internazionali siano frequenti e ben
distribuite. Questo permetterebbe all’ente gestore un migliore approccio alla
conservazione restrittiva di specie minacciate di estinzione, suddividendo
l’azione di protezione su aree diverse.
Da queste considerazioni diventa essenziale continuare e completare
Vasta-Egadi negli habitat non valutati, in maniera da rendere omogenei i
risultati, senza buchi conoscitivi o approssimazioni a-scientifiche, così come
4 La gestione adattativa di un’area marina protetta prevede meccanismi di intervento sulle
attività umane e sul territorio calibrate su specifici risultati ottenuti dalla ricerca scientifica. È il
metodo che permette una gestione ecologicamente compatibile della pesca e del turismo
nella maggior parte delle AMP americane.
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