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Fig. l - Limiti dell'areale di Tborectes i11termedim (Costa). Modificato da Crovetti, 1970. Dati successivi
secondo Baraud, 1985, 1992 e originali inediti.

anche quando vengono forniti piccoli supporti flottanti, non sembra superare
le due ore. Tutto ciò lascia ritenere che il potere di dispersione, attivo e passivo,
di T intermedius sia notevolmente basso. L'alto numero di endemiti miero-
areali (cfr. Baraud, 1985; id., 1992) che rappresentano il genere contribuisce a
far ritenere quantomeno enigmatica la situazione di T intermedius, e a conside-
rare tale specie come un buon modello biologico per studiare i problemi in
questione.

In questa fase della ricerca sono stati studiati campioni provenienti da quat-
tro località siciliane e una sarda. Delle prime, due (Bellolampo e Segesta) sono
ubicate nella Sicilia nordoccidentale. Marettimo, la più occidentale delle Egadi,
è separata dalla costa siciliana da un braccio di mare di 34 km, interrotto per
12 km dall'interposizione dell'isola di Favignana. La sua storia geologica e bio-
tica è controversa (cfr. Francini Corti e Lanza, 1973; Ruggieri, 1973; Agnesi et
al., 1993), soprattutto per quanto concerne la sua antichità e i suoi eventuali
rapporti di continuità con Favignana e la terraferma.

Ustica dista dalla costa siciliana 54 km. Si tratta di un'isola vulcanica, sepa-
rata dalla Sicilia da un braccio di mare anche molto profondo (oltre 2200 m) e
non sembra aver avuto mai rapporti di continuità con altre terre emerse
(Romano e Sturiale, 1971). Caprera infine, separata dalla costa sarda da un
tratto di mare di soli tre chilometri, dista da Ustica ben 420 km.

Un minimo di 11 individui maschi per ogni località è stato studiato dal
punto di vista cariologico.

I preparati cromosomici sono stati ottenuti dai follicoli testicolari mediante
la tecnica dell' air-drying modificata (Vitturi, 1992). Per l'analisi convenzionale

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