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RELAZIONE FINALE DEL PROGETTO DI RICERCA “ GLI EFFETTI DELLA PROTEZIONE SULL’ARAGOSTA COMUNE
                (PALINURUS ELEPHAS FABRICIUS, 1787) NELLA RISERVA MARINA DELLE ISOLE EGADI”

della stagione di pesca (rinnovo), le aragoste si catturano ovunque. Con l‟inoltrarsi
della stagione di pesca soltanto i “marini”, tra 50 e 100 m di profondità forniscono
buone catture.

    La capacità di catturare aragoste delle nasse in presenza di abbondanze in mare ben
diverse da quelle attuali risulta dalle numerose testimonianze dei vecchi pescatori. A
titolo esemplificativo se ne riportano alcune delle più significative.

    Il capitano della Francesca I ha raccontato che 42 anni fa trovò un varo (aggregato
riproduttivo) di aragoste; con 1 piede di nasse (due nasse) ha preso tante aragoste che
erano sia fuori che dentro le nasse ed hanno dovuto usare un telo per issare le nasse a
bordo senza perdere il pescato. A suo ricordo si potevano catturare, ai tempi del “varo”,
fino a 150 aragoste al giorno con 10 piedi di nasse. Le aragoste erano così abbondanti
che le nasse le catturavano innescando con pale di ficodindia e bucce di melone.

    Un altro pescatore anziano, ormai pensionato, nassarolo da generazioni, che ancora
oggi costruisce le nasse come souvenir per i turisti (le tecniche costruttive gli sono state
insegnate dalla madre), ha raccontato che quando si è sposato suo fratello (intorno agli
anni 60‟) con 3 piedi di nasse (6 nasse), innescate con “bastarduna” (centracantidi),
lasciate in mare due giorni ha pescato più di 200 kg di aragoste.

    Secondo questo pescatore, negli anni „50 e „60, prima dell‟avvento delle reti, un
pescatore con un‟attrezzatura di 10-12 piedi di nasse durante la stagione (settembre-

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