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ad eccezione forse dei materiali, quasi nulla sia mutato con-  nessi direttamente ad attività alieutiche, situa concorde-
            cettualmente negli impianti più recenti rispetto al passato.  mente gli inizi del consumo dei prodotti della pesca in fase
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            Trovarne i prodromi è arduo, benché, grazie al considere-  Paleolitica , per passare ad un loro maggior consumo du-
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            vole incremento di informazioni su questa particolare tipo-  rante il periodo Neolitico . È durante il processo di neoli-
            logia di “industria” dell’antichità e alla pubblicazione di  tizzazione che la pesca e la raccolta di prodotti marini
            alcuni lavori tematici, si è andata delineando la sua carat-  diventano progressivamente rilevanti attività economiche
            terizzazione in ambito greco-romano e, più recentemente,  con metodi di cattura già molto evoluti.
            fenicio-punico. Ad oggi, però, gli studi sull’industria pe-  Appare particolarmente interessante analizzarne le caratte-
            schiera e conserviera sono spesso limitati all’interesse quasi  ristiche ed il processo evolutivo, così da correlarne le pe-
            esclusivo di questo arco temporale, probabilmente per la  culiarità all’apporto che potevano offrire all’industria
            quasi totale inesistenza di dati archeologici per i periodi an-  ittico-conserviera.
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            tecedenti . La stessa mancanza di evidenze archeologiche  Tra le tecniche di pesca, l’impiego dell’amo (Fig. 1) si pro-
            solide su impianti di salagione fenicio-punici, ha ridotto  pone come il più diffuso, benché si trattava di una pratica
            spesso il dibattito su questa “industria” del Mediterraneo  la cui utilizzazione, così come per la pesca con la nassa
            Occidentale alla mera ricerca di chi, tra Greci e Fenici, de-  (Fig. 2) o con attrezzi muniti di punta, non poteva apportare
            tenesse il primato della sua ipotetica introduzione in Occi-  contributi significativi alla produttività dei processi di sa-
            dente.                                            lagione. Considerando, infatti, l’importante ritmo di pro-
            È verosimile supporre che l’origine di tale “industria” sia da
            porre in relazione alla “colonizzazione punica” del litorale
            iberico e, pertanto, da fissare almeno al V secolo a.C., ben-
            ché un’altrettanto valida corrente di pensiero, sostiene che
            siano stati gli Ioni, inventori nelle colonie del Mar Nero
            delle tecniche di salagione del pescato, ad introdurlo in Oc-
            cidente tramite i loro stabilimenti nella Penisola Iberica.
            Una teoria di compromesso avvalora, invece, l’ipotesi per
            cui, sia Fenici sia Greci, abbiano impiantato autonoma-
            mente l’industria ittico-conserviera nelle rispettive aree di
            influenza in Occidente.
            In tale quadro interpretativo articolato, diventa determi-  Fig. 1. Tipi di ami da pesca (Martinez Maganto 1992).
            nante comprendere se si tratta di una importazione diretta
            dall’Oriente o se esistevano nella regione delle conoscenze
            antecedenti, poi adattate ai contributi tecnologici arrivati
            via mare lungo le rotte commerciali fenicie. Determinante
            è anche l’individuazione del momento in cui l’iniziale la-
            vorazione di prodotti ittici sia stata trasformata da attività
            fondamentalmente di auto-consumo, o dallo sfruttamento
            commerciale ridotto, in un’industria basata sull’economia
            di scala che nei secoli successivi caratterizzerà le rotte com-
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            merciali del mondo romano .
            Uno degli elementi spesso trascurato negli studi relativi alla  Fig. 2.  assa di età mesolitica fabbricata con elementi vegetali
            romanizzazione è stato proprio quello della “cucina”, no-  (Martinez Maganto 1992).
            nostante la sua importanza sia stata più volte evidenziata
            dagli antropologi quale indice dell’etnicità e dell’accultu-
            razione di un popolo.
            È molto probabile, infatti, che un fenomeno di industria-
            lizzazione così marcato sia collegabile con i mutamenti nel-
            l’alimentazione delle popolazioni rivierasche verificatasi
            alla fine dell’età arcaica. Riflesso del generale migliora-
            mento del livello di vita generato dalle nuove forme poli-
            tico-economiche della Grecia classica, si ritroverà nella
            Roma del II secolo a.C., dove la “ellenizzazione dei co-
            stumi romani” coincide sia con l’ingresso del pane di grano
            sulle tavole sia con i primi riferimenti espliciti al consumo
            di pesce salato nella dieta dell’Urbe. Non v’è dubbio che
            per le élites elleniche, ma sopratutto per la regalità elleni-
            stica, il pesce fresco e i prodotti derivati dalla salagione
            erano componenti significativi del loro regime alimentare.
            Il panorama delle indagini che hanno avuto per oggetto i  Fig. 3. Riproduzione di pittura murale da Ercolano con scena di
            resti di ittiofauna recuperata in giacimenti archeologici con-  pesca (Martinez Maganto 1992).
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