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bra potersi ancora configurare un tipo di struttura socio-  dità di una ben più antica industria similare attestata in
            economica basata su nuclei autonomi di pescatori in grado  epoca punica, non ci consente, tuttavia, di confermarne ad
            di consorziarsi per le grandi cacce, piuttosto che un’unica  oggi una filiazione diretta, benché le tecniche costrutive
            gestione imprenditoriale della pesca.             adottate sembrino le stesse. Vi si può, invece, rilevare una
            Peraltro, la stagionalità di tale pesca, che dovette compor-  chiara evoluzione nella finalizzazione degli spazi che ap-
            tare nelle prime configurazioni di tipo imprenditoriale la  pare similare in tutti i centri finora riportati alla luce lungo
            mobilità costante di una massa consistente di popolazione  le coste del Mediterraneo Occidentale. Soprattutto tra la
            migratoria impiegata a tempo parziale, deve avere creato  fine dell’età repubblicana e l’inizio dell’età augustea, si no-
            inizialmente non pochi problemi connessi con la loro si-  tano adattamenti più puntuali determinati dall’aumento
            stemazione in idonee strutture aggregative di carattere ur-  della domanda e dal conseguente aumento della produzione
            bano-industriale. È plausibile individuare proprio in questa  di prodotti di salagione, diventando assai omogenei nella
            esigenza, inizialmente di carattere logistico, uno dei fattori  struttura, nella distribuzione degli spazi e nelle linee co-
            responsabili dell’accrescimento urbano riscontrato in al-  struttive (Fig. 9).
            cuni centri “industriali” romani della costa iberica 10  Un esame comparato delle principali aree di produzione e
            (Fig. 7).                                         lavorazione del pescato, evidenzia la presenza contestuale
            La possibilità di sfruttamento economico intensivo che le  di almeno tre “modelli produttivi” distinti, la cui dinamica
            tecniche di pesca offrivano nel Mediterraneo di età clas-  evolutiva deve avere risposto ad una precisa gerarchia della
            sica, incrementerà il consumo di prodotti alieutici e, con-  domanda:
            seguentemente, tutte quelle attività connesse con la sua
            cattura e la sua lavorazione. Di questa evoluzione socio-
            economica, nella sua trasmigrazione verso il Mediterraneo
            Occidentale, devono essere considerati partecipi, se non
            protagonisti, i naviganti di epoca punica che hanno lasciato
            le proprie tracce, sebbene labili, nella cronologia di alcuni
            impianti di salagione e in numerosi tipi monetali dalle ico-
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            nografie prettamente ittico-simboliche (Fig. 8).
            Parallelamente allo sviluppo dell’impianto per la pesca in
            mare, si evolve anche la struttura ittico-conserviera ubicata
            a terra, dove diventano sempre maggiori le esigenze di
            ampi spazi necessari alla movimentazione della consistente
            quantità di attrezzature da pesca occorrenti alla lavorazione
            del pesce catturato, allo stivaggio dei prodotti necessari
            (sale, anfore, e quant’altro) e, infine, alla conservazione del
            prodotto nelle more della sua commercializzazione. Si ori-
            ginerà, così, lo “stabilimento” che assumerà gradualmente
            aspetto e funzione di vera struttura industriale.
            Gli stessi Fenici, parallelamente alla realizzazione di que-  Fig. 8. Esempio di moneta dalla tipica iconografia ittico simbo-
            sti impianti, avviarono una fiorente attività industriale di-  lica).
            retta all’estrazione della preziosa tintura purpurea dal
            murex. Attività che, considerate le strette analogie produt-
            tive con la lavorazione del pescato, pone uno vero e proprio
            parallelismo, ad oggi poco approfondito, tra murex e thun-
            nus thynnus: entrambe necessitavano, in linea di massima,
            della medesima tipologia di installazione e di alcuni ele-
            menti comuni (acqua dolce, sale e vasche per la decanta-
            zione). Appare, perciò, proponibile l’ipotesi di una
            complementarietà nell’utilizzazione razionale dei medesimi
            impianti, così da consentire una continuità nell’economia di
            scala degli stessi stabilimenti.
            La maggiore densità insediativa di impianti per la lavora-
            zione del pesce nel Mediterraneo Occidentale la ritroviamo
            essenzialmente in area iberica, soprattutto lungo la costa
            atlantica della Lusitania e la costa mediterranea della Be-
            tica, mentre in Sicilia lungo le coste Nord-Occidentali e
            Sud-Orientali. Questi ultimi mostrano un simile livello or-
            ganizzativo e chiare coincidenze cronologiche con gli omo-
            loghi impianti iberici e mauretani, benché con una minore
            potenzialità produttiva.
            Lo studio di questi impianti di età romana, plausibile ere-  Fig. 9. Planimetria dell’impianto di Cotta (Ponsich, 1965).
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