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sommersi siano un substrato “occasionale” per l’alga aliena?
               La nostra esperienza ci dice qualcosa di diverso e abbiamo anche le prove!
               Infatti, riprendendo la Fig. 1 precedentemente esposta ed ingrandendola nella Fig. 2, viene fuori ciò
            che il solito biologo sospettoso (alla San Tommaso, per intenderci) avrebbe potuto già intuire: ovvero,
            che ci fosse qualche stortura, qualche magagna, un qualchecosadinonsocchè, una quiddità di estraneo
            ai tipici scogli delle nostre coste.
                                                                                   L’immagine ci fa vedere
                                                                                 come in realtà non di un
                                                                                 substrato naturale trattasi
                                                                                 bensì di una lamiera del relitto
                                                                                 Carmelo Lo Porto, un piccolo
                                                                                 scafo situato (frammentato in
                                                                                 pezzi) fra 15 e 20 m di fondo
                                                                                    p
                                                                                 in prossimità di una florida
                                                                                                  una florida
                                                                                 prateria di Posidonia e a
                                                                                 p
                                                                                 prateria di Posidonia e a
                                                                                 ridosso dell’isola di i Favignana.
                                                                                 ridosso dell’isola di Favignana.
                                                                                   E non è il solo relitto ad
                                                                                                g
                                                                                         q
                                                                                 ospitare quest’alga nell’ambito
                                                                                      AMP delle Egadi
                                                                                 della AMP delle Egadi e delle
                                                                                 altre acque della provincia
                                                                                 di Trapani. Pelouse o canopi
                                                                                 consistenti di caulerpa sono
                                                                                 state individuate anche in altri
                                                                                 relitti esplorati nell’ambito
             Fig. 2 – La vera natura del substrato dove è cresciuta la caulerpa della Fig. 1.  delle collaborazioni (gratuite
                                                                                 e su base volontaristica) fra
                                                                                 l’Area Marina Protetta delle
                                                                                 l’Area Marina Protetta  delle
            Egadi (Direttore Dott. Stefano Donati), la società Astroides e la sede secondaria dello IAMC CNR
            Egadi
            di Mazara, il tutto sotto l’egida della Soprintendenza del Mare (Servizio beni storico – artistico) della
            Regione Siciliana e ed il vigile controllo della Capitaneria di Porto di Trapani e dei mezzi della stessa
            AMP.
               In effetti, non solo i relitti, ma anche altri siti compresi nel monitoraggio hanno rivelato estese e
            dense pelouse di caulerpa confermando, fra l’altro, i risultati di un altro studio molto bello sugli itinerari
                                  p
                            AMP delle Egadi,
                                                            p
            sommersi della AMP delle Egadi, condotto con più mezzi e risorse dall’ENEA, e di un progetto di
                                                          a AMP delle Egadi
            monitoraggio recentemente avviato proprio dalla AMP delle Egadi (vedi la bibliografia essenziale).
                                                                                          gg
                                  gg
               Da questi monitoraggi, la caulerpa risulta presente ed abbondante nella maggioranza dei siti di
                                               p
                                                         p
                                                                                         g
            interesse nella AMP delle Egadi come i famosi “Pali” di Favignana (secche che si ergono dalla sabbia con
                        a AMP delle Egadi come i famosi “Pali” di Favignana (secche che si ergono dalla sabbia cong
                                                                    g
            un cappello pianeggiante), la secca del Toro, sempre fuori Favignana, alcuni siti nell’isola di Marettimo pp
            un cappello pianeggiante), la secca del Toro, sempre fuori Favignana, alcuni siti nell’isola di Marettimo
            e Levanzo.
            e Levanzo.
               Levanzo, in particolare offre un sito stupendo di immersione anche dal punto di vista paesaggistico p
               Levanzo, in particolare offre un sito stupendo di immersione anche dal punto di vista paesaggistico
            a Capo Grosso,
            a Capo Grosso, un posto i cui fondali risultano coperti (anche se con un ciclo stagionale; ricordiamo
            che la caulerpa è ritenuta un alga semi-perenne) da una fitta popolazione di caulerpa che parte da pochi
            centimetri di profondità e si spinge con le sue avanguardie sino oltre i 50 m (ca 70 m sembra la massima
            profondità raggiunta nel Mediterraneo), anche se il limite inferiore preferenziale sembra collocarsi fra i
            25 ed i 35 m, come peraltro supportato anche dallo studio ENEA. Da notare che Capo Grosso presenta
            di solito acque cristalline, anche per via delle impetuose correnti che lo caratterizzano ed in genere
            V L E P                                                                                        45
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