Page 5 - ragonese_rizzo_2017
P. 5
e più prosaica del famoso mito delle Danaidi, condannate a riempire
d'acqua una gran botte che aveva il fondo bucato) o peggio ancora
(contemplando anche il dispendio economico) come l’opera di
Ocno, personaggio simbolico della mitologia greca, immaginato
intento per l'eternità all'inutile lavoro di intrecciare una fune, che
dall'altro capo, via via un'asina mangiava.
Forse l’eliminazione della caulerpa si sarebbe potuta realizzare
avviando l’eradicazione nei primi momenti di colonizzazione
quando l’alga era presente in piccoli focolai (come in un braccio
di mare semichiuso vicino al porto di Mazara), ma adesso con
superfici immense ricoperte l’impresa appare improba a meno che
non diventi una risorsa per i pescatori ricreativi ed artigianali come
è successo recentemente per le oloturie.
Probabilmente come accaduto per l’altra consorella (Caulerpa
taxifolia) sarà l’ecosistema marino stesso ha decidere le sorti della
Fig. 4 - La cima di risalita del relitto Kent caulerpa nel Mediterraneo, visto che appare praticamente impossibile
(San Vito Lo Capo, Trapani) colonizzata eradicarla specialmente dopo che i pochi tentativi operati tramite
dalla Caulerpa (6 m di profondità; raccolta manuale, aspirazione meccanica o uso di sostanze chimiche
maggio 2017; foto di Sergio Barone).
su piccole (infinitesimali) aree hanno avuto dubbi risultati (se non
rivelatesi successivamente dei fallimenti totali).
In soldoni, la tenacia della caulerpa dovrebbe suggerire agli amministratori a destinare i denari per
altre più proficue ricerche ed i biologi marini ad avere un po’ meno presunzione e superbia (a meno che
non abbiano il predatore o il parassita di cui prima in tasca). Molto meglio sarebbe destinare eventuali
fondi per attivare un programma di ricerca su larga scala specifico per la mappatura della caulerpa
e per comprendere le fluttuazioni stagionali dei popolamenti almeno nei siti di maggiore interesse
a AMP delle Egadi o
naturalistico della AMP delle Egadi o per la pesca artigianale dello stesso arcipelago.
La caulerpa sui relitti, inoltre, sembra anche confermare come la congettura che gli scafi dismessi,
ovviamente opportunamente bonificati se affondati volontariamente, si comportino allo stesso modo
dei fondali “naturali” costituendo un rifugio evangelico (aperto anche alle alghe aliene) oltre che
rappresentare un centro di ripopolamento floristico e faunistico, un deterrente alla pesca illegale ed un
formidabile attrattore turistico.
Le potenzialità dell’affondamento volontario di navi dismesse (conosciuto come “scuttling”) sono
state ormai assimilate in molte parti del mondo dove si affonda di tutto, anche le portaerei dismesse!
Di contro, lo scuttling rimane fieramente osteggiato in Italia, dove le normative non solo precludono
al momento in modo draconiano l’affondamento degli scafi dismessi, ma quelle in itinere parlano di
istituire consorzi per il recupero e riciclo dei relitti non a fini marini, tutto ciò nonostante le molte
evidenze a favore di questa pratica di certo gradita alla caulerpa aliena.
Ringraziamenti: Al Dott. Stefano Donati e al Dott. Giuseppe Sieli, Direttore e Ricercatore dell’Area Marina
Protetta delle Egadi, rispettivamente, per la loro attenzione ed incoraggiamento alle nostre attività di monitoraggio.
Bibliografia
AA.VV. (2009) - Turismo sostenibile: un intervento pilota nell’Arcipelago delle Isole Egadi (WP2 Progetto
Ecoinnovazione Sicilia). ENEA, Centro Ricerche Ambiente Marino S. Teresa, C.P. 224, Pozzuolo di Lerici (SP).
Available at http://egadi.santateresa.enea.it/index.php/carta-degli-itinerari
CECCHERELLI G., PIAZZI L., BALATA D. (2002) - Spread of introduced Caulerpa species in macroalgal
habitats. J. Exp Mar. Biol. Ecol., 280: 1-11.
V L E P 47