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e più prosaica del famoso mito delle Danaidi, condannate a riempire
                                             d'acqua una gran botte che aveva il fondo bucato) o peggio ancora
                                             (contemplando anche il dispendio economico) come l’opera di
                                             Ocno, personaggio simbolico della mitologia greca, immaginato
                                             intento per l'eternità all'inutile lavoro di intrecciare una fune, che
                                             dall'altro capo, via via un'asina mangiava.
                                                Forse l’eliminazione della caulerpa si sarebbe potuta realizzare
                                             avviando l’eradicazione nei primi momenti di colonizzazione
                                             quando l’alga era presente in piccoli focolai (come in un braccio
                                             di mare semichiuso vicino al porto di Mazara), ma adesso con
                                             superfici immense ricoperte l’impresa appare improba a meno che
                                             non diventi una risorsa per i pescatori ricreativi ed artigianali come
                                             è successo recentemente per le oloturie.
                                                Probabilmente come accaduto per l’altra consorella (Caulerpa
                                             taxifolia) sarà l’ecosistema marino stesso ha decidere le sorti della
            Fig. 4 - La cima di risalita del relitto Kent   caulerpa nel Mediterraneo, visto che appare praticamente impossibile
            (San Vito Lo Capo, Trapani) colonizzata   eradicarla specialmente dopo che i pochi tentativi operati tramite
            dalla Caulerpa (6 m di profondità;   raccolta manuale, aspirazione meccanica o uso di sostanze chimiche
            maggio 2017; foto di Sergio Barone).
                                             su piccole (infinitesimali) aree hanno avuto dubbi risultati (se non
                                             rivelatesi successivamente dei fallimenti totali).
               In soldoni, la tenacia della caulerpa dovrebbe suggerire agli amministratori a destinare i denari per
            altre più proficue ricerche ed i biologi marini ad avere un po’ meno presunzione e superbia (a meno che
            non abbiano il predatore o il parassita di cui prima in tasca). Molto meglio sarebbe destinare eventuali
            fondi per attivare un programma di ricerca su larga scala specifico per la mappatura della caulerpa
            e per comprendere le fluttuazioni stagionali dei popolamenti almeno nei siti di maggiore interesse
                            a AMP delle Egadi o
            naturalistico della AMP delle Egadi o per la pesca artigianale dello stesso arcipelago.
               La caulerpa sui relitti, inoltre, sembra anche confermare come la congettura che gli scafi dismessi,
            ovviamente opportunamente bonificati se affondati volontariamente, si comportino allo stesso modo
            dei fondali “naturali” costituendo un rifugio evangelico (aperto anche alle alghe aliene) oltre che
            rappresentare un centro di ripopolamento floristico e faunistico, un deterrente alla pesca illegale ed un
            formidabile attrattore turistico.
               Le potenzialità dell’affondamento volontario di navi dismesse (conosciuto come “scuttling”) sono
            state ormai assimilate in molte parti del mondo dove si affonda di tutto, anche le portaerei dismesse!
               Di contro, lo scuttling rimane fieramente osteggiato in Italia, dove le normative non solo precludono
            al momento in modo draconiano l’affondamento degli scafi dismessi, ma quelle in itinere parlano di
            istituire consorzi per il recupero e riciclo dei relitti non a fini marini, tutto ciò nonostante le molte
            evidenze a favore di questa pratica di certo gradita alla caulerpa aliena.

               Ringraziamenti: Al Dott. Stefano Donati e al Dott. Giuseppe Sieli, Direttore e Ricercatore dell’Area Marina
            Protetta delle Egadi, rispettivamente, per la loro attenzione ed incoraggiamento alle nostre attività di monitoraggio.


               Bibliografia
               AA.VV. (2009) - Turismo sostenibile: un intervento pilota nell’Arcipelago delle Isole Egadi (WP2 Progetto
            Ecoinnovazione Sicilia). ENEA, Centro Ricerche Ambiente Marino S. Teresa, C.P. 224, Pozzuolo di Lerici (SP).
            Available at http://egadi.santateresa.enea.it/index.php/carta-degli-itinerari
               CECCHERELLI G., PIAZZI L., BALATA D. (2002) - Spread of introduced Caulerpa species in macroalgal
            habitats. J. Exp Mar. Biol. Ecol., 280: 1-11.


            V L E P                                                                                        47
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