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abbondanti catturate (Sepia officinalis, Symphodus tinca, Diplodus annularis e Spon-
dilosoma cantharus), allo scarto totale, ai crostacei scartati. Differente è la situazione
invece, per la specie più abbondante ovvero Scorpaena porcus, e per le alghe e le
fanerogame, che non mostrano delle differenze tra l’utilizzo della rete tradizionale e
l’utilizzo della rete modificata con greca, ma piuttosto sembrano essere influenzate
maggiormente dal luogo di pesca e dall’interazione Campagna di Pesca*Motopesca.
Verosimilmente, tale risultato è dovuto alle diverse aree di pesca sfruttate da ciascun
peschereccio,alla stagionalità e alla peculiare esperienza di ciascun pescatore. Pro-
prio in relazione alle alghe e soprattutto alle fanerogame, risulta abbastanza singolare
l’assenza di differenze significative dettate dall’utilizzo della rete modificata. Tutto ciò
potrebbe essere dovuto ad alcune aree in cui sono state effettuate le pescate che
hanno riportato in superficie una notevole quantità di fanerogame e alghe, falsandone
il risultato. Complessivamente tra le cinque specie più abbondanti gli scorpenidi sono
ugualmente catturati a prescindere della presenza della greca o meno, probabilmente
a causa delle proprie caratteristiche morfologiche. Differente è ciò che è emerso per
le altre quattro specie più abbondanti individuate, per le quali la presenza della greca
determina un fattore discriminante. Anche in questo caso, presumibilmente le varia-
zioni sono dovute sia alle caratteristiche ecologiche che morfologiche delle specie.

         L’analisi fatta sui ricavi totali deve essere accuratamente considerata, in
quanto risulta evidente che l’utilizzo del tramaglio modificato comporti una perdita im-
mediata dei ricavi di circa il 40%. Va comunque ricordato che questo tipo di analisi
non considera i costi legati al deterioramento delle reti, dovuto alla cattura degli in-
vertebrati non commerciali, ed al maggior dispendio di tempo che i pescatori impie-
gano per la pulizia delle reti. Non si considera inoltre il costo ecologico legato alla
mortalità non voluta di organismi non commerciali che di sicuro costituisce un aspetto
rilevante in una Area Marina Protetta. In tale contesto si ritiene utile proporre misure
di promozione di buone pratiche di pesca, che riducano l’impatto sull’ambiente e sulle
comunità che vi abitano. Le perdite immediate della frazione commerciale dovute
all’utilizzo del tramaglio con greca, potrebbero essere compensate con un marchio di
eco-labeling che certifichi il prodotto con tecniche di pesca ecosostenibili. Nell’ambito
dello sviluppo di un turismo attento alle problematiche della conservazione dell’am-
biente, la promozione di un marchio di eco-labeling, già attuata con successo in altri
contesti analoghi negli ultimi anni, dovrebbe essere auspicabilmente adottato nelle
aree marina protette, allo scopo di pubblicizzare i prodotti della pesca prelevati con

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