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X. 9. La musica di tradizione orale          235




                                                       schema narrativo di questa panto-
                                                       mima, in passato diffusa anche nella
                                                       città di Palermo, rispecchia con
                                                       esattezza la tipologia del “dramma
                                                       di spada”, una forma drammatica ri-
                                                       corrente nelle feste d’inizio d’anno
                                                       e primaverili in diverse aree d’Eu-
                                                       ropa (Italia continentale, Inghilterra,
                                                       Francia, Spagna ecc.), la cui strut-
                                                       tura presenta le seguenti costanti: a)
            Fig. X.68. Saponara 1989. Pantomima carnevalesca  introduzione (circoscrizione dello
            dell’Orso [foto di S. Bonanzinga]
                                                       spazio scenico e presentazione dei
            contendenti); b) combattimento (in forma di danza); c) sconfitta apparente dell’Eroe
            (ferito o ucciso); d) cura dell’Eroe da parte di un Dottore (che medica le ferite) o di un
            Mago (che lo riporta in vita); e) ritorno in campo dell’Eroe che risolverà a proprio fa-
            vore la contesa (non di rado coronata dalla conquista di una donna); f) presenza di per-
            sonaggi comici o grotteschi che svolgono azioni di questua tra il pubblico (cfr.
            Weimann 1989: 58).
               Un altro esempio di pantomima carnevalesca in cui la musica svolge un ruolo es-
            senziale è costituito dal corteo dell’Orso (denominato semplicemente l’Ussu) che si
            svolge il Martedì Grasso a Saponara (ME). I protagonisti sono una “corte principesca”
            (il Principe, la Principessa, le Dame e i Cavalieri) e un Orso tenuto a freno da tre
            Guardiani (due con la corda e uno con la catena), sorvegliato da due Cacciatori e
            scortato da alcuni Battitori che eseguono un particolare ritmo con trombe di con -
            chiglia (brogni) e tamburo (tammurinu). La pantomima intende rievocare, secondo
            la tra dizione locale, la caccia e il successivo addomesticamento di un pericoloso orso
            per opera del principe di Saponara. La vicenda viene quindi drammatizzata mediante
            l’armamentario e i com portamenti realmente occorrenti in una battuta di caccia.
               Il corteo attraversa tutto il paese, con una serie di soste presso abitazioni private
            dove l’Ussu trova ospitalità e ristoro. L’azione dell’Ussu, abbigliato con pelli di capra
            e campanacci alla cintola, è caratterizzata da rincorse e assalti alle donne del luogo,
            sul cui corpo si struscia lascivamente (si dice che l’Ussu fa u zzummi zzummi) e coin-
            volte in estemporanei balletti accompagnati da un gruppo di suonatori di banda (cfr.
            Bonanzinga cd.1996a: traccia 8). Dopo ogni ballo l’Orso fa la riverenza alla dama e
            procede nel suo itinerario. I balli e le mimiche improvvisate per strada sono sempre
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