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Rais, tonnaroti e mattanze
Testimonianza di una civiltà del primaverile. La tecnica sfrutta un sistema di naroti, raggrupati sulle barche intorno alla
Mediterraneo, la tonnara è una delle più reti, l’isola, destinato a intrappolare i tonni camera della morte, alzano a braccia la rete
antiche tecniche di pesca al tonno, ormai in una complessa sequenza di camere, mobile, intonando antichi canti (scialoma)
caduta in disuso a causa della concorrenza comunicanti tra loro, e si conclude nel finché, una volta giunti a galla, i pesci ven-
dovuta alla pesca industriale dei giapponesi e coppu, la cosiddetta “camera della morte“, gono arpionati e issati con grande sforzo a
della sempre maggiore scarsità delle risorse l’unica ad avere la rete anche sul fondo. bordo.
ittiche. Sopravvive ancora sulle coste della Sollevandola si restringe lo spazio di movi- L’importanza della tonnara nell‘economia
Sicilia, praticata a Favignana e a San mento dei pesci, quindi si passa alla loro siciliana del passato si rivela dalle numerose
Cusumano (Bonagia). Il drammatico rituale uccisione. Strettamente ritualizzata, la ton- vestigia di tonnare presenti lungo la costa:
della mattanza è solo l’ultima fase di un tipo nara è guidata da un capo carismatico, il rais comprendevano il baglio, l’arsenale e il
di pesca che consiste nell’intercettare i bran- (parola d’origine araba), l’esperto che decide deposito delle reti con i magazzini annessi.
chi di tonno al momento del loro ingresso l’impianto delle reti, l’allestimento delle Oggi alcune sono state convertite in alber-
nel Mediterraneo, a cominciare dal periodo attrezzature e la direzione della pesca. I ton- ghi. (Christophe Julliand)
A lato, la zona delle saline poco a sud di
Trapani, con i tradizionali mulini a vento
villaggio di Scopello, distante un paio di
chilometri. Un piccolo centro intorno a
uno dei più caratteristici bagli (le vecchie
strutture agrarie della Sicilia feudale) della
zona, il baglio Isonzo: nel cortile interno si
trova un pittoresco ristorante (il Nettuno)
all’ombra di un gigantesco albero.
Tornati alla barca, si può cambiare ancorag-
gio per arrivare alla Cala Caprerìa o a Cala
del Varo, già nella zona della Riserva
Naturale dello Zingaro (che riguarda però
solo la parte a terra). Lo sbarco, possibile
solo con l’utilizzo del tender (ancoraggio
consentito ad almeno 300 metri dalla
costa), permetterà di effettuare un trekking
da incorniciare, negli impervi ma affasci-
nanti percorsi della Riserva, che si arrampi-
cano fino ai 612 metri del Pizzo Passo del di Monte Cofano e di superata la Baia di
Lupo. La costa è interamente selvaggia: Erice, rendono giusti- Attenzione alla Bonagìa (anche lei
non vi sono strade, ma solo un sentiero- zia alla bellezza di una con una vecchia ton-
mulattiera che, in tre ore, porta alla strada terra che inevitabil- navigazione nella nara, ora trasformata
che viene da San Vito lo Capo e scende mente si getta nel stagione in cui le reti in elegante albergo).
verso sud. mare. Proprio qui, tra Attenzione alla navi-
La mole di questi tratti di costa siciliana San Vito e Favignana, delle tonnare gazione nella stagione
impressiona per dimensioni. Visti dal mare, è nata la cultura e la sono in acqua in cui le reti sono in
i massicci di Passo del Lupo sopra San Vito, pratica della pesca del mare, ovvero da mag-
tonno. L’unica tonna- gio alla fine dell’esta-
ra ancora realmente te: l’obbligo, per non
attiva, quella di San far la fine dei tonni, è
Cusumano (quella di Favignana lo è, per lo di aggirarla (la sua estremità è segnalata da
MAG più, per motivi legati al folklore e al turi- un’imbarcazione gialla alla fonda), prima di
smo), si protende per circa tre miglia verso puntare su Trapani, passando all’interno del
Itinerariooccidente da Punta Pizzolungo, appena Faro della Secca dei Porcelli. Un’occhiata al