Page 13 - Larchitettura_nella_Sicilia_del_Sogno_Industriale
P. 13
protagonisti di queste architetture, APPROFONDIMENTI
ed utilizzati in tutta la loro capacità
espressiva nelle strutture, lasciati a Conservificio Andrea
vista, tessuti nelle linee di forza degli Pensabene & Figli, Palermo,
archi, nei pilastri, nelle coperture e in 1869. Veduta dalla strada
facciata nel trattamento degli ele- (da G. Vitale, Archeologia
menti finestrati o nelle cornici, rag- industriale a Palermo: l’ex
giungono un risultato che è estetico Chimica Arenella,
e costruttivo insieme. Palermo 1994)
1 E. Bonicelli, Composizione degli edifici per l’industria (stabilimenti industriali), in Architettura Tec- 369
nica. Elementi di costruzioni Civili ed industriali, Litografia Antonio Viretto, Torino 1927, ap-
pendice al vol. I, pp. 103, 104.
2 Nella seconda metà dell’Ottocento, mentre l’industria si avvia verso la massima espan-
sione, le Esposizioni Internazionali e Universali, nate quasi contemporaneamente con
l’industria moderna, rappresentando il segno tangibile Belle Époque, costituiscono il ma-
nifesto della società in cui si collocano e anticipano correnti, strutture e tecnologie della
società che cambia. In questo periodo in cui si assiste al passaggio dalla produzione ar-
tigiana a quella industriale, in cui si inventano nuove macchine e si affinano i metodi di
lavorazione, scopo delle esposizioni è quello di essere veicolo di diffusione dei risultati
del progresso e dello sviluppo dell’industria e delle istituzioni politiche, sociali, economi-
che e culturali.
3 Ciò che più distingue il Modernismo, con tutte le sue varianti e sfaccettature, proprio per
il fatto di appartenere ed essere manifestazione ed interpretazione dei tempi ‘moderni’ è
il suo ‘carattere industriale’, nelle osservazioni di G.B. Filippo Basile del 1878 a proposito
del palazzo di Cristallo di Paxton e della nuova ferro – vitreous – art si legge: «…con que-
sti esempi l’architettura industriale entra certamente nel campo delle arti belle (…) questo
nuovo stile non è ancora così bello quanto l’antica architettura, ma di questa è realmente
più vero; (…) poiché rappresenta se stesso colle sue qualità essenziali non falsate da ve-
run cambiamento».
4 Della prima metà dell’Ottocento si citano, quali attività produttive: una cartiera nel terri-
torio di Comiso, un’altra a Monreale, una fabbrica di terracotte, un setificio, una fabbrica
di lana a Palermo, una fabbrica per la lavorazione dei metalli a Castelbuono, una fabbrica
per la lavorazione del cotone a Messina, ed inoltre le antiche saline, le tonnare e i molti
impianti enologici.
5 E. Sessa, L’oasi modernista, in G. Pirrone, Palermo, una capitale. Dal Settecento al Liberty, con
testi di E. Mauro ed E. Sessa, Electa, Milano 1989, pp. 240-258, in part. p. 242.
6 L’Esposizione Nazionale di Palermo 1891-92, Edoardo Sonzogno Editore, Milano 1891-92,
ristampa anastatica in Esposizioni di Sicilia, Trincale Editore, Catania 1988.
7 Da un articolo pubblicato da Bontempelli e Trevisani si viene a conoscenza dell’organiz-
zazione tecnica e tipologica di questo impianto industriale: la località prescelta è il tratto
di costa lungo la via dell’Acquasanta, fra la radice del molo nord del porto e la R. Mani-
fattura dei tabacchi. L’area totale del cantiere, costituita da una superficie coperta di
14.000 mq e una scoperta di 49.000 mq, risultava delimitata da un’officina meccanica, una
fonderia, chioderia, dagli edifici degli uffici, da un magazzino e infine dallo stabilimento
della Regia Manifattura dei tabacchi.
8 Dalla relazione presentata all’Ufficio Tecnico Erariale di Palermo nel 1946 lo stabilimen-
to risultava composto da: un ufficio con struttura in mattoni di cemento, soffitti con tra-
vi a doppio T e voltine a vista, infissi in abete; un magazzino con pareti intonacate e so-
laio con ferri a doppio T e voltine; una rimessa con un tetto spiovente a orditura mista di
pontilles e travi in legno, tavolato e manto di tegole curve; un grande atrio centrale; un ca-
pannone adibito a torneria e montaggio con tetto a falde e pilastri in cemento armato, tra-
vi maestre e tavolato a vista e manti di tegole, lamiere ondulate e lastre di vetro rinforza-
to; un secondo capannone con stesse caratteristiche del precedente adibito a ferreria; un
terzo capannone ampio, con pilastri in mattoni di cemento e copertura a falde.
L’ARCHITETTURA DEI LUOGHI DELLA PRODUZIONE