Page 9 - PIT_Isole_Minori
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cooperative e ispirato a criteri di partecipazione animati da fiducia reciproca.

          Quindi i soggetti che hanno risposto all’appello della Conferenza del Partenariato vedono posti  sullo
          stesso piano sia la Regione che le Province, i comuni, le associazioni di categorie, i centri di ricerca, le
          sedi universitarie, le associazioni culturali, i sindacati, ecc. Tra questi soggetti  vi è anche il gruppo dei
          componenti del tavolo tecnico: ciò è un fatto assolutamente innovativo rispetto alle esperienze pregresse
          di programmazione complessa e negoziata.

          I soggetti tendono ad assumere ruoli a posizionamento variabile che continuamente oscillano tra la
          proposta e la rilevazione di criticità (dichiarate spesso come insormontabili).


          La Regione mette in campo tutte le sue competenze nei settori disciplinari di propria competenza. Tra
          queste emergono i Dipartimenti e i gruppi di lavoro che afferiscono a diversi settori quali: la tutela
          ambientale, i beni culturali, l’agricoltura e foreste, l’istruzione, la sanità e i gruppi di azione per le pari
          opportunità. Si sottolinea all’interno del partenariato la presenza del Dipartimento per le Pari Opportunità
          della Presidenza del Consiglio, finalizzata a conferire un taglio particolarmente attento alle tematiche di
          genere a tutto l’intervento. Le Province dichiarano la loro disponibilità a governare politicamente le fasi
          di produzione dei progetti locali nel quadro delle loro competenze istituzionali anche rispetto ad altri
          programmi complessi che riguardano pure le isole minori. I comuni registrano la continuità di attenzione
          alle loro tematiche manifestando un certo scetticismo di fondo riconducibile ai problemi incontrati nelle
          precedenti fasi di programmazione dello sviluppo locale. Le associazioni di categoria, i sindacati e tutti i
          soggetti di rappresentanza tendono a “presentare il conto” lamentandosi di un insufficiente
          coinvolgimento e taluni di essi mettono addirittura in discussione il modello partecipativo invocando una
          modalità che abbia come punto di avvio della negoziazione proprio l’iniziativa locale piuttosto che
          l’animazione regionale.

          I soggetti che tendenzialmente si manifestano più favorevoli e più partecipativi sono i soggetti che
          detengono la conoscenza scientifica poiché sono consapevoli della necessità della validazione scientifica
          in assenza della quale qualsiasi valutazione tecnica del progetto sarebbe sicuramente insufficiente e
          quindi oggetto di contestazione.


          Dagli incontri partenariali emerge che ciò che si è fatto prima del PIT ha una notevole importanza e
          l’azione dei rappresentanti dell’ANCIM, in quanto testimoni del percorso già compiuto e in forza dei
          risultati utili ottenuti, tende ad affermare il PIT come punto di coronamento e insieme di superamento dei
          successi ottenuti. I patti territoriali per le Isole Minori e gli altri strumenti di programmazione negoziata di
          livello nazionale hanno infatti contribuito alla costruzione delle basi della rete unitaria per le isole, oggi
          proponibile anche perché ci sono delle precedenti esperienze positive, nonostante la non contiguità
          territoriale e la diversità dei contesti geografici rispetto alle relazioni nel Mediterraneo.

          Il problema è che il tempo ha consentito di individuare criticità nel protagonismo di determinati soggetti
          in grado di esprimere in modo esclusivo le capacità progettuali e che ne diventano i titolari dei benefici
          ottenuti dai finanziamenti. La criticità più alta è concentrata tutta sulla modalità di concertazione in cui si
          registrano le diffidenze di vari soggetti soprattutto nei confronti degli enti regionali e provinciali reputati
          non in grado di perseguire gli obiettivi da questi ultimi individuati e propugnati. Si vorrebbe non passare
          dal filtro degli esperti percepiti a tutti i livelli come un insostenibile peso di tecnocrazia burocraticizzata.
          L’ipotesi o, se si vuole, il desiderio utopico è che la Regione dovrebbe limitarsi a consentire alla
          progettualità locale o interessata di emergere velocemente ed efficacemente, ovvero senza ricorrere a
          procedure percepite come un inutile inciampo. Infine è da notare che mediamente il livello degli
          interlocutori negli incontri è mediamente alto e in alcuni casi è a livello di eccellenza dal punto di vista
          decisionale (hanno partecipato anche soggetti di livello ministeriale).


          Un secondo aspetto di rilievo è legato ai  contenuti e temi. La centralità dei temi della sostenibilità
          ambientale è evidente rispetto agli altri temi pure ricorrenti quali il turismo, i trasporti, la scuola, la



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