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formazione, la tutela e valorizzazione dei beni culturali, la creazione di reti telematiche legate a tutti i
          settori prima citati. Il problema della conoscenza dello stato ambientale prima di decidere cosa fare per lo
          sviluppo integrato delle isole è sentito come una necessità fortemente condivisa.

          Strettamente connesso al tema della sostenibilità ambientale è quello dell’agricoltura biologica che a sua
          volta è considerato come un elemento fondativo sia della certificazione che della qualità complessiva
          dell’ambiente. Infine durante la Conferenza del partenariato regionale è emersa la disattenzione allo stato
          della pianificazione urbanistica e paesistica delle isole minori.

          Alcuni interventi sono sembrati non centrati rispetto al PIT o comunque estranei. Il tema più “deviante” è
          quello dei trasporti sia dal punto di vista gestionale che infrastrutturale ma ci si riferisce anche
          all’approvvigionamento energetico e idrico, allo smaltimento dei rifiuti, al rischio sismico e vulcanico,
          ecc.

          Numerosi sono stati invece gli interventi concentrati sull’immateriale, sull’aumento dei livelli di
          conoscenza, sulla formazione, sulle pari opportunità e sul ruolo centrale delle reti telematiche: le azioni di
          sistema sono state quelle che dopo i temi ambientali sono state le più citate e, forse, quelle che sono state
          meglio argomentate. Gli incontri sono stati una “vetrina” efficace delle occasioni progettuali già poste in
          essere e che sicuramente saranno ben rappresentate nelle schede progettuali. Durante gli incontri però, per
          quello che è possibile percepire dalla lettura dei report, non è dato conoscere il livello della progettazione,
          il loro costo, l’entità del cofinanziamento richiesto.

          Nel complesso il percorso che fino a questo punto si è delineato si connota assai più lungo e incerto del
          previsto. Rispetto ai tempi e agli obiettivi contenuti nelle linee guida appare oggi chiaro che la
          progettazione non tende a emergere in modo compiuto, che molti attori che si propongono pubblicamente
          non sembrano possedere quelle caratteristiche di consapevolezza del proprio ruolo e di responsabilità nei
          confronti degli altri possibili partner, soprattutto dimostrando di non possedere quel necessario livello di
          conoscenza delle “regole del gioco” di Agenda 2000. Permangono comportamenti che provengono dalle
          passate esperienze dei patti territoriali (tutt’ora in corso di finanziamento e realizzazione) che rendono
          difficile se non addirittura ostacolano il passaggio alla nuova forma di progettazione integrata.


          Questo vale per gli attori privati mentre per quelli pubblici il processo concertativo permette di
          prolungarne la visibilità. Quest’ultima sappiamo essere relativamente alta nella fase di presentazione che
          coincide con la malcelata ansia dell’ottenimento della garanzia di finanziamento e che poi registra una
          fase di forte caduta di attenzione non appena tale sicurezza è stata ottenuta.

          Il Tavolo tecnico ha cercato di risolvere soprattutto il problema della informazione e quando lo ha fatto di
          fronte a interlocutori qualificati e responsabili ha ottenuto un significativo consenso registrando, come si è
          detto, ampia disponibilità di collaborazione istituzionale. La possibilità di costruire l’analisi di contesto in
          modo concertato con il partenariato può rivelarsi già come un risultato acquisito di grande livello,
          soprattutto perché non previsto nelle fasi iniziali del processo.

          Insieme alle criticità sono emersi pertanto rilevanti punti di forza tra i quali la disponibilità a collaborare
          alla costruzione dell’analisi di contesto da parte di alcuni importanti attori pubblici compresi quelli di
          livello regionale e la condivisione unanime dell’idea forza e della strategia per il suo perseguimento che
          non è mai stata messa in discussione da parte del partenariato ma è stata invece sostenuta e arricchita dal
          contributo di conoscenza diretta degli attori locali.

          Agli incontri –  che hanno visto la partecipazione e il coinvolgimento di oltre trecento soggetti –  è stato
          pertanto validato, dopo la sua presentazione e discussione, il Documento preliminare del PIT la cui idea-
          forza –  rappresentata dalla costituzione di un Parco unico delle Isole Minori -  si  fonda su una idea di
          sviluppo e  alcune strategie-obiettivi che tendono a consolidare, estendere e qualificare le azioni di
          salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale, archeologico, architettonico, storico-artistico,



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