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Una parete di quella che oggi viene chiamata la Grotta del Genovese, a Levanzo, sulla quale un antico e ignoto artista ha rappresentato,
            non sappiamo a quale fine, le immagini della sua quotidianità, fra le quali si distinguono perfettamente elementi antropomorfi e pesci



            ad esempio, nella cosiddetta Grotta del Genovese,    45.000 onze e due vite
            si trova il complesso di graffiti e figure parietali  Con la caduta dell’Impero Romano, l’arcipelago
            più importante d’Italia e probabilmente d’Europa,    cadde in mano dei vandali, poi dei goti, infine dei
            con raffigurazioni di cervi, buoi, individui maschi-  saraceni. Nel 1081 venne occupato e fortificato dai
            li e femminili e fauna marittima fra la quale, chia-  normanni di Ruggero di Altavilla (rimane, a Favi-
            rissimi, tonni e delfini.                            gnana, il suggestivo castello di Santa Caterina, pur-
            Mozia, invece, (oggi San Pantaleo), fu un tempo      troppo successivamente rimaneggiato e trasforma-
            insediamento fenicio, poi greco, quindi cartagine-   to in forte) e a Marettimo quello, coevo, di Punta
            se fino alla battaglia delle Egadi del 241 a.C., con  Troia, e da quel momento seguì le sorti della Sicilia,
            la quale la flotta romana, comandata dal console     fino al XVII secolo quando, dominio spagnolo, nel
            Gaio Lutezio Catulo, sconfisse quella cartaginese    1637 venne venduto dalla Corona di Madrid (che
            e pose termine alla Prima Guerra Punica. Con es-     si era enormemente indebitata per combattere la
            sa, il dominio romano si estese a tutta la Sicilia,  Guerra dei Trent’Anni), alla ricca famiglia genovese
            tranne Siracusa, e Mozia fu praticamente abban-      Pallavicini Rusconi, per un periodo di tempo di
            donata.                                              due vite e al costo di 45.000 onze d’oro.
            A Favignana (Cala San Nicola) e a Levanzo (Cala      Premesso che l’onza (oncia) in questione era d’oro
            Minnola), si trovano invece i resti di due impianti  e pesava 4,4 grammi, era molto pregiata e quotata
            per la lavorazione del pescato e la fabbricazione del  sui mercati dell’epoca e rappresentava quindi un
            garum, salsa di pesce particolarmente gradita ai ro-  grosso capitale, sembra invece piuttosto curiosa la
            mani, che operarono dal II – III secolo a C a circa il  durata di “due vite” del contratto, ma tant’è.
            II d C, segno della continuità fino ai giorni nostri  Nel 1638 I Pallavicini Rusconi cedono i diritti da
            di queste attività da parte dei residenti locali.    loro acquisiti sulle isole, dandoli in gabella (in pra-



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