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tica una sorta di affitto) al savonese Giacomo Bri- L’epoca d’oro delle Egadi
gnone che ottiene (con un soprassoldo di altre Per prima cosa, Florio fece ammodernare le ton-
30.000 onze) anche la “licentia populandi”, ossia il nare e realizzare uno stabilimento per la lavora-
permesso di popolarle. zione e l’inscatolamento del tonno decisamente
Infatti, con lungimiranza, Brignone aveva pensato all’avanguardia per quei tempi, sviluppato su
di utilizzare le due tonnare già esistenti in loco per un’area di 32.000 metri quadrati, tre quarti dei
impiegarvi gli abitanti di insediamenti locali e sta- quali coperti; si trattò probabilmente della più
bili realizzati ad hoc, e non arruolando equipaggi e grande azienda del genere nell’area dell’intero
tonnaroti e procurandosi i mezzi necessari ora qua Mediterraneo.
ora là, come era stato fatto fino a quel momento; Ai giorni nostri, nei quali ci concediamo a iosa di
inoltre aveva deciso di dedicare Levanzo al vino, tutto, spesso il superfluo e non di rado anche l’i-
facendovi impiantare ben 90.000 ceppi di vite. nutile, pochi riescono a capire l’importanza che
Lo sviluppo dei suoi progetti fu inizialmente piut- poteva avere, allora, uno stabilimento del genere;
tosto lento, ma già nella prima metà del ‘700 si in realtà rappresentava un enorme ritorno di valu-
erano trasferite sulle isole circa 2.000 persone e ta per le Egadi, la Sicilia e l’intera Italia.
molte decine di appezzamenti di terra erano stati Allora lo scatolame, anche se aveva visto la luce in
concessi in enfiteusi, fino a quando decenni dopo, Francia nel 1810, nel periodo napoleonico, prati-
nel 1874, Ignazio Florio junior, nipote di Vincen- camente non esisteva in commercio. Rari e strava-
zo Florio che aveva dato il via alla dinastia di que- ganti ristoratori inscatolavano funghi, asparagi,
sta grande e facoltosa famiglia di industriali, non uova di quaglia, piccioni, tartufi con mezzi del
rilevò, a sua volta, l’arcipelago. Stava per iniziare tutto artigianali, destinandoli ai gourmet che se li
l’epoca d’oro di queste isole. potevano permettere a prezzi altissimi.
Il forte di Santa Caterina, a Favignana, nato come torre di avvistamento saracena, sulla quale i normanni edificarono un castello che,
secoli dopo, venne trasformato in forte e utilizzato anche come prigione militare dai Borboni
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