Page 33 - tonni e tonnare
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Numerosissimi impianti per la pesca del tonno esistevano lungo le co-
ste dei paesi mediterranei (figg. 9 e 10) ma le grandi tonnare erano anche
nel passato in numero limitato e presso a poco uguale a quello dell'ultimo
decennio. Ricordiamo Favignana, Bonagia, San Cusumano, Scopello, Ma-
gazzinazzi, Trabia, Solanto, San Giorgio, Oliveri, Tono di Milazzo come le
più grandi tonnare di corsa di cui oggi si calano soltanto quelle di Favigna-
na, San Cusumano e Scopello, e poi Marzamemi, Capo Passero, Pachino,
Siculiana, Sciacca, Capo Granitola, tonnare di ritorno ormai tutte spente.
La maggior parte degli impianti segnalati nelle vecchie carte erano per
lo più « tonnarelle », cioè piccole tonnare che si spostavano in genere lungo il
litorale o che erano di protezione alla vera e grossa tonnara.
Le vere tonnare erano calate solo per la pesca del tonno ma ovviamen-
te catturavano anche altri pesci pelagici che entravano nel loro corpo, so-
prattutto pescispada ed alalunghe; le tonnarelle, che avevano una camera
della morte più leggera e tale da poter essere salpata più volte al giorno da
una ciurma ridotta, erano più ridossate e catturavano oltre i grossi tonni
adulti che eventualmente entravano nell'isola, i tonni golfitani, le alalunghe,
gli alletterati, i palamiti, i tombarelli, le ricciole ma anche pesce minuto co-
me gli sgombri e pesce azzurro nella più grande accettazione del termine.
L'unica tonnarella di questo tipo ancora esistente è quella di Camogli
m Liguria.
Riguardando gli schemi d'impianto mostrati nelle figure riprodotte, per
alcune delle quali sono passati almeno tre secoli, è spontaneo chiedersi cosa
sia cambiato rispetto alle attuali se non i soli materiali. Il nylon al posto del-
lo sparto, il polistirolo al posto del sughero, il cavo di acciaio al posto delle
grosse gomene di ginestra o di canapa. I piombi per tenere la tonnara in situ
eràno fino a qualche anno fa ancora gli stessi, a seconda della disponibilità
del luogo: i conci di tufo per il trapanese e Favignana in particolare che oggi
usa anche le catene, le pietre o « rosasi » per le altre tonnare.
Per il resto, le stesse nere, rituali imbarcazioni a remi, la stessa « pal-
rria » votiva ed indicatrice di corrente, gli stessi canti, gli stessi movimenti
operativi che indicano come niente, concettualmente rispetto al passato, è
cambiato; le stesse invocazioni e superstizioni che attestano ancora come
ogni cosa od ogni avvenimento che esercita un'influenza importante e deter-
minante nell'economia di una società tende a divenire oggetto di atteggia-
menti rituali.
Epperciò è comprensibile il saluto di commiato che ogni sera il Rais
tuttora le rivolge: « Bbona notti, bbona sorti tunnara » ed il canto augurale
d'invocazione:
« Bedda Matri di la Scala
quattrumila tunni stanotti 'nta tunnara » .
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