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17/11/2020 Favignana. Terra d’incanto in Sicilia – viaggimperfetti
A Favignana c’è un mondo <sotto>
E’ un’isola dal <ventre> vuoto Favignana. Lì, nella parte orientale dell’isola <farfalla>, dove secoli
addietro la preziosa calcarenite riempiva lo spazio, restano oggi cave, anfra i e gallerie scavate dai
<pirriaturi>, i tagliapietra. La pietra che non c’è più la trovate in giro per il globo, su facciate e
monumenti. Sui palazzi di Tunisi e su quelli di Messina dopo il terremoto del 1908, al Teatro Massimo
e Palazzo Steri a Palermo, nelle tante residenze volute dai Florio.
Qui lo chiamano “camarruni”. Non sembra un corallo?
Gli enormi parallelepipedi, i <cantuna>, scavati fino al Novecento con strumenti quasi
rudimentali, venivano fa i scorrere su scivoli di pietra lunga la costa, ancora visibili, e caricati su
grosse barche, gli <schifazzi>.
“U cantuni avi a sunari”. E se la pietra non <sunava>, veniva abbandonata creando, ad ogni
estrazione, una geografia nuova fa a di enormi anfiteatri, blocchi di pietra che si ergono come
palazzi, pareti levigate nel tempo da vento e pioggia dalle forme fantastiche.
Ex cave di calcarenite. Bue Marino. Un palcoscenico scavato nel tufo
Molte delle cave abbandonate sono state trasformate in giardini prote i naturalmente dal vento dove
crescono fichi, limoni, carrubbi, viti e melograni, pini e agavi.
A Favignana “sporgetevi” anche quando sembra che l’orizzonte sia pia o e monotono. Molte delle
case a Favignana nascondono orti e giardini e il centro abitato accoglie aree, dove un tempo si
scavava pietra, che oggi sono centri culturali, come l’Arena Sant’Anna.
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