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17/11/2020 Favignana. Terra d’incanto in Sicilia – viaggimperfetti
La tonnara ho il privilegio di visitarla con Giuseppe Giangrasso, Zio Peppe, tu a una vita
impegnato in tonnara, oggi custode del museo. C’è anche lui tra i protagonisti selezionati da Renato
Alongi per la sala Torino. Con lui a raverso il viale all’ingresso di alberi secolari, le ciminiere
collegate alle caldaie usate per cucinare il tonno, il <Bosco>, dove i tonni appesi prima della
lavorazione erano così grossi da sembrare tronchi d’albero, la sala dove è ancora possibile vedere le
la e di colore diverso a secondo del contenuto: ventresca, tarantello, buzzonaglia, tu e le parti del
tonno. Perché del tonno, come del maiale, non si bu a via nulla.
Infine la Trizzana a qua ro porte con le grandi cancellate sul mare al cui interno ci sono le enormi
barche usate per la pesca finale, quella che vedeva protagonista il rais sulla sua muciara, capitano e
sciamano dal giudizio insindacabile.
Favignana. Sale sulla pelle
Quanto raccontato, e molto di più, può essere ascoltato e scoperto seguendo l’audio guida di IZI
travel curata da Maria Guccione, anima e voce narrante di Favignana, fine conoscitrice delle
tradizioni e della cucina egadina, assessore alla cultura che tanto fece perché lo Stabilimento
Florio, una volta restaurato, fosse aperto al visitatore e di cui curò personalmente la visita per un
lungo periodo. Raccontare Maria Guccione, che ho avuto il privilegio di conoscere grazie a Francesca
Cannavò, preziosa amica e interlocutrice, richiede uno spazio a parte con un’intervista a lei
interamente dedicata.
Di rostri e ancore. Favignana e la Battaglia delle Egadi
I tonni seguono lo stesso percorso da sempre, ne parlava Omero, Oppiano di Cilicia e persino
Eschilo. C’erano anche ai tempi della famosa Ba aglia delle Egadi nel 241 a.C. tra Romani e
Cartaginesi.
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