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questa fase relativamente ad un confronto abbastanza stretto con l’insieme di Grotta d’Oriente:
– buona presenza di strumenti a dorso (20% ca.) con punte a dorso prevalenti di dimensioni piccole
ed eccezionalmente medie, la morfologia del dorso è sovente convessa. Meno rappresentate sono i
dorsi troncati e le lame a dorso;
– discreta presenza di geometrici (6,7%) in forme triangolari prevalenti ed eccezionalmente trape-
zoidali e anche segmenti trapezoidali. Le dimensioni dei geometrici sono microlitiche e secondaria-
mente ipermicrolitiche. Isolidda contiene tuttavia romboidi segnalati nella fase 1 e nella successiva
sottofase 2b;
– tra i grattatoi (4-9% ca.) quelli frontali lunghi sono decisamente maggioritari rispetto ai corti (Gfl/
Gfc: 1,8-2,3) 7.
Sottofase 2b
Questa sottofase indica alcuni significativi cambiamenti sia in ambito strutturale sia stilistico. Il
contesto di riferimento è quello di Acqua Fitusa nei suoi due livelli inferiore e superiore (Figg. 5, 6).
Nella sequenza da noi proposta la nuova misura radiometrica di 11.440±50 (riferita al taglio 3, quindi
a tetto del livello inferiore) (CARAMIA 2005) al momento pare più coerente di quella da tempo nota
pari a 13.760±330 da oggi.
I caratteri di questa sottofase, rispetto anche a quanto si registra nei due flash precedenti, si possono
così sintetizzare 8:
– sviluppo del Substrato (55,8 per il livello inferiore e 49,1% per quello superiore);
– degressione degli Erti differenziati (35,1 e 38,2%);
– degressione delle troncature (4,7 e 4,6%) e scomparsa delle forme microlitiche;
– forte degressione dei geometrici (1,8% per il livello inferiore e 2,2% per quello superiore), al cui
interno, nonostante la scarsa rappresentatività strutturale, va segnalata una maggiore variabilità
di forme geometriche rispetto alle fasi precedenti, con segmenti di cerchio, segmenti trapezoidali,
triangoli, trapezi e romboidi;
– sviluppo delle punte a dorso con percentuali mai raggiunte nelle fasi precedenti (sino a 16,1%
in Acqua Fitusa-superiore) e, in particolare, sviluppo delle PD4 (I.r. all’interno delle PD 71,0%
e 62,4%) che assumono morfologie anche molto convesse, di maggiori dimensioni (accanto ad
esemplari di taglia microlitica e piccola che rimandano alla tradizione precedente), più slanciate e a
dorso spesso. In questa fase le punte a dorso diventano uno strumento molto caratterizzante;
– progressione dei dorsi e troncatura rispetto alla sottofase 2a (7,0% in Acqua Fitusa-superiore);
– sviluppo dei denticolati con percentuali prossime o di poco superiori a 30%;
– sviluppo dei ritocchi inframarginali e marginali;
– stabilità dei grattatoi (8-9% ca.) e, al loro interno, notevole incremento delle forme corte (Gfl/Gfc:
2,2 per il livello inferiore e 3,2 per quello superiore, contro 14,0 di Grotta Giovanna, a Grotta
d’Oriente i grattatoi sono tutti lunghi);
– la laminarità sembra decrescere, come indicherebbero i valori degli indici di allungamento degli
strumenti interi 9 che rimangono attorno a 50%;
7 L’insieme di Isolidda-saggio 2, US 21 possiede, oltre ai caratteri specifici che permettono una attribuzione alla sottofase
2a, elementi tecno-tipometrici che bene si inquadrano in modo più generico all’interno dell’Epigravettiano finale: dimen-
sioni prevalentemente piccole e micro con rara presenza di manufatti di grossa taglia; sfruttamento di selce locale di buona
qualità con uso prevalente di noduli e ciottoli che venivano probabilmente sgrossati prima di essere introdotti nel sito; tec-
nologia a débitage laminare prevalente standardizzato e poco elaborato per la produzione di lame (anche larghe) e lamelle
più o meno regolari; tecnica del microbulino occasionale.
8 I valori percentuali a cui si fa riferimento sono il risultato dell’integrazione dei dati editi da BIANCHINI e GAMBASSINI
(1973) e quelli recentemente pubblicati da CARAMIA (2005).
9 MARTINI e SARTI 1973.
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