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Fig. 1. Distribuzione dei princi-
pali siti epigravettiani in Sicilia e
isobata di –100 m (da AGNESI et
alii 1997, modificato). Nel riqua-
dro in basso, dettaglio della zona
di Trapani con le attuali isole di
Favignana e Levanzo, linea di riva
mesolitica a circa 10.000 anni BP
(tratto esterno più leggero) e li-
nea di riva neolitica a circa 8.000
anni BP (tratto interno più mar-
cato) (da ANTONIOLI 1997, modi-
ficato); si rileva la continentalità
di Levanzo durante il Mesolitico
e di Favignana anche durante il
Neolitico antico. 1) Grotta delle
Uccerie, 2) Grotta d’Oriente, 3)
Grotta di Cala dei Genovesi, 4)
Grotta Mangiapane, 5) Grotta
dell’Uzzo, 6) Grotta dell’Addau-
ra, 7) Grotta Niscemi, 8) Grotta
mazzamuto, 9) Castello di Ter-
mini Imerese, 10) Grotta di San
Teodoro, 11) Grotta Giovanna,
12) Grotta Corruggi, 13) Fonta-
na Nuova, 14) Riparo Cafici, 15)
Grotta dell’Acqua Fitusa, 16)
Riparo Cistirnazza e Pizzo Don
Pietro, 17) Roccazzo, 18) Passo
Falcone, 19) Riparo di Serra Pa-
radiso a Pedagaggi
passaggio dal Tardoglaciale al primo Olocene 2. In mancanza, quindi, di informazioni esaustive di
tipo pluridisciplinare la seriazione dell’Epigravettiano della Sicilia è affidata quasi esclusivamente
alle poche serie litiche affidabili come metodologia di indagine, talvolta correlate a datazioni assolu-
te. Sulla base anche delle nuove acquisizioni relative alle recentissime ricerche condotte nella Sicilia
occidentale proponiamo in questa sede, all’interno di una sintesi pluridisciplinare che concerne
aspetti paletnologici e dati ambientali, una ridefinizione del quadro sinora noto (in ultimo MARTINI
1997; LO VETRO e MARTINI 1999-2000; LO VETRO 2005), con alcune proposte che rimettono in
discussione lo schema in tre fasi comunemente accettato. La scansione che andiamo a proporre si
basa su alcuni insiemi di riferimento che sono stati acquisiti con metodologie moderne di scavo, non
ultima una setacciatura accurata a maglie molto fini, che trovano il conforto di datazioni radiometri-
che (Tab. 1) e di informazioni paleoambientali ed economiche. Prima di esporre la nostra proposta
è indispensabile segnalare alcuni elementi di prudenza che riguardano alcuni giacimenti scavati in
periodi ormai lontani, con metodi oggi desueti, che pur tuttavia sono stati sinora considerati dei
punti di riferimento per il Paleolitico superiore siciliano. Per alcuni di essi, in particolare (San Teo-
doro e Levanzo), resta il dubbio che le collezioni esaminate non siano integrali vista la prassi, per
fortuna ormai lontana, di smembrare le collezioni lasciandone serie più o meno rappresentative in
diverse sedi museali 3.
2 AGNESI et alii 1997; ANTONIOLI 1994; ANTONIOLI et alii 1997 e 2002; LAMBECK et alii 2004; MARTINI e ULZEGA 1989-
1990; SADORI e NARCISI 2001; ULZEGA 1993-1994. Per l’analisi di questi dati e la relativa bibliografia si rimanda al paragrafo
Ambiente risorse ed economia di questo testo.
3 Non saranno presi in considerazione i complessi del Riparo del Castello a Termini Imerese e di Grotta Natale riesaminati
parzialmente in anni non lontani (rispettivamente ZAMPETTI 1987 e SEBASTI 1995; SEBASTI 1998); le osservazioni compiute
dagli Autori non paiono attendibili visti il periodo e i criteri di acquisizione delle collezioni, non esenti da una prassi selettiva
dei materiali che ha portato, tra l’altro, ad una sottorappresentazione della componente microlitica.
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