Page 2 - cartoline storiche
P. 2

STUDIO, RECUPERO E VALORIZZAZIONE
DELLE CAVE DI TUFO IPOGEE A FAVIGNANA

              Alessandro Sammataro e Vincenzo Sferruzza

    L'uomo ha avuto da sempre un legame speciale con la Madre
Terra, rifugiandosi nei suoi antri in tempi preistorici, traendo dalle sue
viscere minerali e materiali da costruzione durante la sua storia sino

al tempi più moderni; non sempre si è preoccupato di preservare

l'ambiente circostante o le ricchezze del sottosuolo, ma ha mantenu-
to un timore atavico per le profonde oscurità sia delle cavità natura-
li createsi nei secoli, sia di quelle artificiali modellate dalla sua stes-
sa mano. Quando le rocce costruite in secoli di vicende geologiche

si prestano ad essere utilizzate a scopo edile, eccolo all'opera, a
tagliare, cavare, trasportare, per lunghi secoli a sola forza di braccia,
conci che diventeranno palazzi, chiese, fortezze o semplici muretti.
E' Il caso delle cave di tufo siciliane, dette "pirrere", dove la roccia,
una calcarenite compatta, veniva ridotta In blocchi di varie dimensio-
ni; nelle zone ricche di tale formazione geologica, creata da una
serie di depositi sedimentari connessi all'innalzarsi ed al ritirarsi delle
acque di mare, (conseguenza dei cicli di glaciazione ed interglacia-
zione del Quaternario), i mastri cavatori (i plrriaturi) con l'ausilio di
semplici arnesi manuali hanno, in secoli di fatica e di sudore. profon-

damente modificato Il paesaggio, lasciando vaste voragini nel terre-
no nel caso delle cave a cielo aperto e un dedalo di gallerie, cunico-
li ed ambienti nel caso delle cave in grotta, in arabo denominate
"mafie" (ormai triste sinonimo di "oscure congreghe" malavitose).
Marsala, Custonaci, Palermo, Bagheria, Ispica, solo per citare i prin-
cipali, mostrano tanti di questi antri, ma in nessun posto la pietra rag-
giunge la qualità del tufo bianco di Favignana, dove ancora il visita-
tore può godere della vista, grazie anche ad una minore urbanizza-
zione, di un susseguirsi di suggestive "pirrere", costellate da bui
sbocchi di gallerie sotterranee; in nessun posto come in quest'Isola
il legame tra l'uomo e la terra trova ampia testimonianza, dalle prime
grotte naturali, occupate sin dalla preistoria, alle più recenti grotte di
tufo, che hanno visto passare romani, arabi, normanni, spagnoli, e

sono tuttora parte integrante di abitazioni e giardini.
    L'isola di Favignana,(la fenicia Katria, la romana Aegusa, la medie-

vale Faugnana), la principale tra le Egadi, ha la forma di una farfalla
che si adagia ad ali spiegate sul mare, emergendo per circa 20 chilo-
metri quadri di superficie a 9 miglia dal porto di Trapani; la sua forma
caratteristica presenta due ali pianeggianti (la "Piana" a Est e il
"Bosco" a Ovest) interrotte da una altura, la Montagna Grossa, che la
taglia da Nord a Sud. L'ala orientale che guarda la costa trapanese è
quella che prima si presenta alla vista di chi giunge all'isola, e subito
colpisce per le forme e i giochi di luce, rivelatori di una secolare opera
dell'uomo. l tagli retti, della pietra formano camere, pilastri, antri, la cui
forma regolare viene fn part~ r;nasQherata dalle forme fantasiose, crea-
te dagli elementi naturall,·màre-e Yènto, che con violenza si accanisco-
no sulla costa. Questè forme si cèincretizzano a chi decide dì passeg-
giare verso oriente, sin dalla periferia dell'abitato nel caratteristico

                                                                                Jl

                                                                                l
   1   2   3   4   5   6   7