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GNGTS – Atti del 21° Convegno Nazionale / 01.11

G. Giunta (1), F. Nigro (1), D. Luzio (2), G. D’Anna (3), E. Tondi (4), P. Renda (1),
G. Cello (4), A. Giorgianni (1), L. De Luca (2) e M. Vitale (2)

(1)Dipartimento di Geologia e Geodesia, Università di Palermo;
(2)Dipartimento CFTA - Università di Palermo;
(3)Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma;
(4)Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Camerino

  SISMICITÀ E TETTONICA RECENTE IN SICILIA NORD-OCCIDENTALE E NEL
TIRRENO MERIDIONALE PER UN MODELLO SISMOTETTONICO PRELIMINARE

Riassunto. Il settore costiero della Sicilia settentrionale ed il suo antistante offshore rappresentano
una zona di cerniera tra il Bacino Tirrenico meridionale, regolato da una prevalente subsidenza
collegata a processi di assottigliamento crostale, e la porzione emersa della catena Maghrebide
siciliana, soggetta ad un intenso sollevamento Alcuni dati geologici di superficie e sismologici relativi a
quest’area sono stati integrati per definire un possibile modello di deformazione attiva. La
rilocalizzazione degli eventi sismici del Tirreno meridionale registrati dal 1988 all’ottobre 2002 ha
consentito di distinguere due settori sismogenetici. Il primo, più orientale, è caratterizzato da
un’omogenea concentrazione di ipocentri intorno ad una superficie immergente ad alto angolo verso
nord-ovest fino ad una profondità di circa 400 km, espressione sismologica dello slab di litosfera
ionica in subduzione al di sotto dell’Arco Calabro. Nel secondo la sismicità, concentrata nella porzione
superficiale della litosfera sud-tirrenica, con profondità per lo più inferiori a 25 km, è strettamente
connessa con il campo di deformazione della zona di cerniera fra le unità della catena Maghrebide
siciliana, che costituisce e il margine meridionale del Mar Tirreno. Il confronto fra i dati geologici e
geofisici conduce ad interpretare quest'ultimo settore sismogenetico come una zona di deformazione
attiva, con estensione almeno crostale, determinata prevalentemente da un campo di sforzi di taglio
trascorrente destro e rappresentata da famiglie di faglie di vario ordine, tipologia ed orientazione. La
sequenza sismica di Palermo, iniziata il 6 settembre 2002 con un evento di magnitudo ML pari a 5.6, si
colloca all’interno di questa zona di taglio. L’analisi dei meccanismi focali degli eventi principali della
sequenza evidenzia un orientamento prevalente in direzione circa NE-SO delle strutture di
dislocazione e una direzione di compressione orientata NO-SE. La distribuzione degli ipocentri degli
aftershock individua una fascia di deformazione la cui localizzazione ed orientazione coincidono con
quelle di un sistema di faglie antitetiche della zona di taglio trascorrente.

    SEISMICITY AND RECENT SEISMOTECTONICS IN NORTH-WESTERN SICILY AND IN THE
          SOUTHERN TYRRHENIAN SEA FOR A PRELIMINARY SEISMOTECTONIC MODEL

Abstract. The Sicilian coast and its offshore represent a hinge zone between the southern Tyrrhenian
Basin, regulated by a permanent subsidence linked with crustal-thinning processes, and the emerged
portion of the Sicilian Maghrebian chain, which is subject to an intense uplifting. Some shallow
geological data were integrated with seismological data relative to this area to attempt at a definition of
an active-deformation model. The relocation of seismic events of the southern Tyrrhenian Sea
recorded from 1988 to October 2002 allowed to make a distinction between two different seismogenic
sectors. The eastern one is characterised by a homogeneous concentration of events about a surface
dipping northwest with a high inclination angle as far as 400 km depth, which is the seismologic
expression of the Ionian-lithosphere slab subducting beneath the Calabrian Arc. In the second one the
seismicity, concentrated in the shallowest portion of the southern-Tyrrhenian lithosphere with depths
at most lower than 25 km, is strictly connected with the strain field of the hinge zone between the units
deformed by the Sicilian Maghrebian chain; this latter constitutes the southern margin of the
Tyrrhenian Sea. The comparison of geological and geophysical data leads to an interpretation of the
second seismogenic sector as an active deformation zone, extending in the least to a crustal scale,
which is mainly determined by a right-hand transcurrent shear-stress field and represented by fault
systems of various order, type and orientation. Palermo’s seismic sequence, started on September 6th
2002 with an event of magnitude 5.6, belongs to this shear zone. The distribution analysis of
aftershocks and of the main events focal mechanisms highlight a prevailing NE-SW orientation of the
dislocation structures and a compression direction along NW-SE. The distribution of aftershocks
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