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Il paesaggio urbano è fortemente connotato dalla geologia del territorio riscontrabile                                                                          CAPITOLO 4
nell’edificato costruito in pietra e nella roccia messa a nudo ad opera dell’uomo, che con la
vegetazione anche spontanea generano uno scenario cromatico unico e simbolico della
sapiente integrazione tra natura, storia e costruito.
L’utilizzo costante del materiale locale per la costruzione della città ha creato una singolare
situazione, si rileva infatti la presenza di siti estrattivi databili ai vari periodi storici.
La continuità nel tempo del prelievo minerario ha cancellato parte dei segni più antichi legati alla
attività estrattiva (Salvi et al., 2006); l’espansione edilizia ha contribuito alla scomparsa di alcuni
paesaggi di cava, tuttavia, in numerosi casi, le stesse trasformazioni urbane hanno svelato alla
città importanti cave storiche.
Nonostante l’attività nell’ambito urbano sia cessata da tempo è possibile ancora distinguere i
fronti di scavo testimonianza di una intensa attività produttiva, i colli, in particolare, mostrano
ben visibili i segni dell’estrazione del materiale utilizzato per la costruzione della città antica
prima e delle espansioni recenti dopo. La più recente attività di cava riconducibile al periodo che
intercorre dalla fine dell’Ottocento sino agli anni Settanta del Novecento, finalizzata
all’estrazione del materiale da destinare alla produzione di calce e cemento, ha caratterizzato in
modo profondo il paesaggio urbano e periurbano ed è stata causa della compromissione di
emergenze storico archeologiche segnando in modo indelebile la storia della città.
Il presente studio si propone di analizzare i paesaggi di cava e le politiche e gli strumenti
interpreti dei luoghi del prelievo del materiale localizzati nel territorio del Comune di Cagliari.

4.3 I materiali

La città di Cagliari è il risultato della stratificazione storica dell’insediamento e della costante
presenza dell’uomo favorita dalla posizione geografica e dalla disponibilità della materia prima
da costruzione facilmente estraibile e lavorabile.
Nell’area di Cagliari la serie miocenica è strutturata in senso discendente dalla “pietra forte”, dal
“tramezzario”, dalla “pietra cantone”, dalle “arenarie di Pirri”, dalle “argille e marne del Fangario”
(Barrocu et al., 1981). In particolare i colli della città sono formati da rocce carbonatiche distinte
dalla “pietra forte”, dal “tramezzario” e dalla “pietra cantone” e per questo sono stati sin dalle più
antiche origini fonte di approvvigionamento della materia prima da costruzione.
L’attività di scavo praticata nei colli della città è riconducibile all’esigenza di reperire il materiale
da costruzione, alla necessità di realizzare cisterne per la raccolta delle acque; inoltre pratica
diffusa era quella di scavare per la realizzazione delle necropoli di cui ampia testimonianza è
stata tramandata sino ad oggi. Le necropoli sono state rilevate nei colli di Bonaria e di
Tuvixeddu-Tuvumannu, in particolare nel colle di Tuvixeddu Cagliari ospita una delle più estese
e meglio conservate necropoli fenicio - puniche del Mediterraneo.
Il materiale calcareo disponibile nel sottosuolo cittadino è stato estratto a partire dal periodo
punico, l’attività di cava divenne intensa durante il periodo romano. La costante attività estrattiva

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